di Giorgio Dell’Arti. [Leggi di più…] infoCavour, La vita dell’uomo che fece l’Italia
Pubblicazioni
Patria mia. Scritture private nell’Italia unita
Libro di Massimo Baioni. [Leggi di più…] infoPatria mia. Scritture private nell’Italia unita
Il giornalismo italiano del Risorgimento. Dal 1847 all’Unità
Il libro di Franco Peruta, Edito da Franco Angeli 2011. [Leggi di più…] infoIl giornalismo italiano del Risorgimento. Dal 1847 all’Unità
Risorgimento laico. Gli inganni clericali sull’Unità d’Italia
Dal Risorgimento all'Europa
Un libro su Giuseppe Mazzini. [Leggi di più…] infoDal Risorgimento all'Europa
L'epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi
di Massimo Onofri.
Il mito di Garibaldi e dei Mille riletto attraverso alcuni snodi cruciali della storia dell’Italia unita, ricorrendo alla testimonianza dell’arte, tra letteratura, pittura, scultura e cinema, alla sua forza celebrativa ma anche demistificante, alla sua capacità di prendere alle spalle i grandi eventi canonizzati dalla storiografia e i monumenti a essi dedicati. 1860-1867, da Quarto a Mentana: le memorie di Abba e gli altri scrittori garibaldini, i ritratti di Lega, Fattori e Induno, là dove quel mito si genera, ma presto anche si svuota accogliendo i più diversi, e spesso contraddittori, significati. Dopo il 1892: i fasci siciliani e scandalo della Banca romana, un’epopea di medaglie, stracci e camicie rosse che comincia a corrompersi, tra un quadro di Coromaldi, De Roberto dei Viceré e I vecchi e i giovani di Pirandello. 1907-1911: anni di celebrazioni garibaldine per un poeta vate, il Pascoli dei Poemi del Risorgimento (ma anche D’Annunzio), e la sua puerilità monumentale, di decisiva importanza per la futura e nera storia d’Italia. 1914-1925: i garibaldini di Nomellini e i “santi maledetti” di Malaparte, in guerra perenne coi loro popoli. 1930-1934: il Garibaldi del duce, della mafia e di Alessandro Blasetti. 1942-1952: Jovine, Alianello e il Guttuso di Ponte dell’Ammiraglio, quando il mito evapora.
Editore Medusa edizioni
Collana Le porpore
Data uscita27/04/2011
Pagine128, brossura
Miss Uragano
di Paolo Ciampi, Romano Editore, 2010. [Leggi di più…] infoMiss Uragano
Risorgimento a memoria
È un dato acquisito e condiviso, anche quando le polemiche sull’Unità d’Italia si fanno più intense e nervose: nel processo di formazione dell’identità nazionale il contributo più importante e decisivo è stato quello degli scrittori. Non solo perché la lingua letteraria era già da secoli l’unico terreno comune tra i ceti dirigenti e gli intellettuali delle diverse entità statali presenti nella penisola, ma soprattutto perché fu la letteratura a fornire ai giovani che si facevano patrioti, cospiratori e militanti le parole d’ordine fondamentali del loro riconoscersi fratelli. Fu la letteratura, in fin dei conti, a elaborare il racconto della storia nazionale, il suo stesso senso identitario. E furono le poesie a dare voce al desiderio del riscatto e al grido di battaglia. Tante poesie: di scrittori tra i massimi della nostra storia letteraria (da Monti a Foscolo, da Leopardi a Manzoni) e di autori oggi meno noti, ma non per questo meno significativi (da Niccolini a Berchet, da Poerio a Mameli). Poesie febbrilmente scritte e febbrilmente lette, imparate a memoria, scandite ad alta voce. Poesie che si sovvrapposero e mescolarono ai tanti inni di battaglia del Risorgimento; le une e gli altri vivi e attuali ancora nella guerra del 1915-18. Una vera e propria «colonna sonora» del Risorgimento, parallela a quella del melodramma, con i suoi cori e le sue arie, che ha accompagnato l’intero percorso della storia italiana, fino alla Repubblica e oltre. Variamente riutilizzati e manipolati, questi testi sono stati a lungo presenti nei programmi scolastici, dalle elementari al liceo, come strumento di formazione identitaria del giovane italiano: quando le poesie si imparavano ancora a memoria. Amedeo Quondam ne raccoglie e presenta qui una ricca selezione, corredata degli strumenti essenziali per il lettore: un breve ma denso commento introduttivo e una parafrasi nella nostra lingua d’oggi.
Amedeo QUONDAM
Amedeo Quondam è professore di Letteratura italiana all’Università «La Sapienza» di Roma. Ha curato una nuova edizione con ampio commento del Libro del Cortegiano di Baldassarre Castiglione (Mondadori, 2002). Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Cavallo e cavaliere.
Amedeo Quondam
Risorgimento a memoria
Le poesie degli italiani
anno | 2011 |
formato | pp. XXIV-336 |
prezzo | € 18,50 |
Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo.
Di Domenico Fisichella. Carocci Editore, 2011. [Leggi di più…] infoIl caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo.
Alexandre Dumas: I Garibaldini
L’impresa dei Mille, oltre che essere narrata nelle memorie di Giuseppe Cesare Abba (Da Quar al Volturno. Noterelle di uno dei mille), fu seguita da reporters eccezionali come Friedrich Engels e Alexandre Dumas, padre (1803 – 1870). L’entusiastico reportage giornalistico di quest’ultimo ebbe una grande eco e fu pubblicato in volume col titolo Les Garibaldiens (1861). Questo libro è da considerare il risultato letterario di una parentesi marziale dell’autore, noto essenzialmente per drammi romantici in prosa come Henri III et sa cour (1829), Antony (1831), La Tour de Nesle (1832), e per romanzi storici popolari famosissimi come Les Trois Mousquetaires (1844) e Le Comte de Montecristo (1841-1845), scritti, in verità, in collaborazione con altri, generalmente noti come “negri”, fra cui Maquet e Nerval.
Tale sua parentesi marziale italiana arriva in un momento di crisi del romanzo feuilleton (romanzo d’appendice) e dopo la separazione del binomio Dumas-Maquet (1852). L’impresa garibaldina e la permanenza a Napoli fino al 1864 serviranno a mantenere impegnato il carattere vulcanico dello scrittore francese. Nella città partenopea, ad impresa ultimata, Garibaldi, a quel tempo col titolo di Dittatore, infatti lo nomina Conservatore dei museie lì dirige per quattro anni il giornale L’Indipendente, il cui titolo si deve allo stesso Garibaldi. Fu questo il solo giornale che, a detta di Indro Montanelli, darà la notizia della partenza di Garibaldi per Caprera, elencando il contenuto del bagaglio che portò con sé: un sacchetto di sementi, alcuni barattoli di caffè e zucchero, una balla di stoccafissi e una cassa di maccheroni.
Alexandre Dumas
I Garibaldini
Prefazione di Lanfranco Binni
Editori Riuniti
Euro 18