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Risorgimento Firenze

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Pubblicazioni

NAZIONE POP

17/03/2023 da Sergio Casprini

L’idea di Patria attraverso la musica

L’idea di Nazione continua a proporsi in varie forme e gradazioni. A volte, come avverte Michael Billig, penetra nel nostro quotidiano in modi silenziosi, inavvertiti, “banali”. Spesso non viene neppure nominata, eppure sopravvive e prospera. Le «banali profondità della coscienza nazionalista» si riproducono in una ricca molteplicità di manifestazioni. Tra queste c’è anche la musica. Ripercorrendo il legame tra musica e nazione alla luce della Filosofia della musica di Mazzini e dei Prolegomena sul patriottismo di Michels, il volume arriva fino al pop. Dall’analisi del caso italiano emerge una teoria di frasi, sintagmi, ritornelli inseriti in molte canzoni dagli anni Settanta a oggi. Nella musica popolare di massa il tema nazionale si presenta attraverso la celebrazione dell’amore o della nostalgia dell’Italia, il ricordo della storia patria, la critica al carattere e al malcostume italiani.

Leonardo Varasano (Perugia 1978), laureato in Scienze Politiche (indirizzo storico-politico) presso l’Università di Perugia, collaboratore della cattedra di storia delle dottrine politiche presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Perugia.
È giornalista pubblicista; ha collaborato con diversi quotidiani sia locali che nazionali come il Foglio, il Giornale dell’Umbria e l’Università, periodico ufficiale dell’Ateneo di Perugia.
È autore del volume L’Umbria in camicia nera (1922-1943), Rubbettino, 2011. Curatore, insieme ad Alessandro Campi, del volume di R.Michels, Corso di sociologia politica, Rubbettino, 2009.

Autore   Leonardo Varasano

Editore   Rubbettino

Anno      2023

Prezzo    € 16,00

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La Resistenza delle donne

06/03/2023 da Sergio Casprini

Le donne furono protagoniste della Resistenza: prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Una «metà della Storia» a lungo silenziata a cui Benedetta Tobagi ridà voce e volto, a partire dalle fotografie raccolte in decine di archivi. Ne viene fuori un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne.

La Resistenza delle donne è dedicato «A tutte le antenate»: se fosse una mappa, alla fine ci sarebbe un grosso «Voi siete qui». Insieme alle domande: E tu, ora, cosa farai? Come raccoglierai questa eredità ?

Benedetta Tobagi è nata a Milano nel 1977. Laureata in filosofia, Ph.D in storia presso l’Università di Bristol, continua a lavorare sulla storia dello stragismo. È stata conduttrice radiofonica per la Rai e collabora con «la Repubblica». Dal 2012 al 2015 è stata membro del consiglio di amministrazione della Rai. Si occupa di progetti didattici e formazione docenti sulla storia del terrorismo con la Rete degli archivi per non dimenticare. Per Einaudi ha pubblicato Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (2009 e 2011), Una stella incoronata di buio. Storia di una strage (2013 e 2019), Piazza Fontana. Il processo impossibile (2019) e La Resistenza delle donne (2022).

Autrice    Benedetta Tobagi

Editore    Einaudi

Anno       2022

Pag.          376

Prezzo     € 22,00

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Perché si celebra il Giorno del Ricordo

10/02/2023 da Sergio Casprini

Dino Messina Corriere della Sera 10 febbraio 2023

Adriatico amarissimo, slogan coniato da Gabriele d’Annunzio, è stato scelto da Raoul Pupo, il maggiore storico delle vicende novecentesche sul confine orientale dell’Italia, come titolo del libro che esce in edicola venerdì 1° febbraio con il «Corriere», al prezzo di 9,90 più il prezzo del quotidiano, in occasione del Giorno del Ricordo. Terra di cerniera tra i mondi italiano, slavo e germanico, quella che noi chiamiamo Venezia Giulia è stata l’epicentro di una feroce lotta tra nazionalismi di cui ha fatto le spese una pacifica e laboriosa popolazione.

Il carattere antislavo del fascismo di confine si manifestò con le leggi che vietavano l’insegnamento in lingue che non fossero l’italiano, nella soppressione delle scuole slave, nella repressione del clero. In questo quadro si inserisce la nascita delle prime formazioni clandestine che compirono sanguinosi attentati a Trieste e in Istria. Le loro azioni furono severamente punite. Quattro degli 87 arrestati furono condannati a morte. Il luogo dell’esecuzione fu il poligono di Basovizza. Non lontano dalla miniera dove nel maggio 1945 vennero gettati i corpi di qualche centinaio di italiani uccisi dalla polizia di Tito.

Non è un caso che l’atto simbolico di riconciliazione più significativo tra sloveni e italiani sia avvenuto a Basovizza il 13 luglio 2020 dove i presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno reso omaggio alle vittime dei due fronti.

Pupo dedica lunghi e intensi capitoli alle due stagioni delle foibe, quella dell’autunno 1943, che ebbe come teatro l’Istria e quella del maggio 1945, quando a Trieste, Gorizia e Fiume e in tutta l’area della Venezia Giulia si svolse una feroce resa dei conti in cui a pagare non erano soltanto i fascisti. L’obiettivo delle forze titine era triplice: punire i crimini, epurare la società da elementi scomodi e intimidire la componente italiana. Tuttavia  per Pupo non si può parlare di genocidio, quanto di stragismo e di sostituzione nazionale. Tito ebbe mano più pesante con i collaborazionisti sloveni o con gli ustascia croati e riguardo agli italiani il suo braccio destro Edvard Kardelj si raccomandava di punirli in base al fascismo e non alla nazionalità. Ma i metodi usati furono molto pesanti e alla fine circa 300 mila italiani, oltre l’80 per cento dei residenti, abbandonarono le case dei padri. È lo stesso Pupo ad aver parlato in altra occasione di una «catastrofe demografica». Esemplare è l’esodo da Pola, dove andarono via quasi tutti, 28 mila abitanti su 30 mila circa, dopo la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946: oltre cento morti sulla spiaggia cittadina per l’esplosione di mine sottomarine che erano disinnescate. Un probabile attentato, il primo dei tanti misteri irrisolti della storia repubblicana.

Tra le tante pagine interessanti di questo saggio, che si conclude con il memorandum di Londra del 1954, il passaggio di Trieste all’Italia e l’esodo dalla zona B, non possiamo non citare quelle sui rapporti tra i partiti comunisti, dove emerge la subalternità del Pci rispetto al confratello sloveno.

La politica delle larghe intese inaugurata da Palmiro Togliatti con il riconoscimento del governo Badoglio non valeva sul confine orientale, dove vigeva l’antica logica del fronte contro fronte e della lotta al nemico nascosto anche nelle file antifasciste.

Raoul Pupo Adriatico Amarissimo

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L’Ucraina in 100 date

07/02/2023 da Sergio Casprini

Mappa storica dell’Ucraina

Dalla Rus’ di Kyiv ai giorni nostri

Alessandro Litta Modigliani il Foglio 1 febbraio 2023

“La storia a volte accelera all’improvviso, spariglia le carte in tavola, obbliga a scelte rapide, che richiedono coraggio e determinazione. Ne sanno qualcosa gli ucraini, che un mattino si sono trovati davanti l’invasore e hanno optato per resistere”. Giulia Lami, docente di Storia dell’europa orientale e autrice di numerosi saggi di storia e cultura russa e ucraina, sceglie di concentrare in cento date, poco più di duecento pagine, il lungo e travagliato percorso di un antico popolo. Ne sortisce un saggio agile, interessante, denso e completo, utilissimo per capire il presente.

Dalla fine del X secolo fino alla metà del XIII, la Rus’ di Kyiv dominava su un vastissimo territorio, mentre Mosca era un centro minore. Il 1240 è l’anno fatidico dell’invasione dei Mongoli, che distruggono la capitale e sciolgono il regno. Secoli dopo, è l’elemento cosacco il nuovo protagonista politico e militare, che getta le basi dell’identità nazionale ucraina (“Siamo di stirpe cosacca”, recita oggi l’ultimo verso dell’inno nazionale). L’alleanza con l’infida Moscovia (1654) si rivelerà fatale. Dalla spartizione fra russi e polacchi nasce il dualismo fra una parte orientale del paese, dominata da Mosca, e una parte occidentale (Rutenia, Galizia, Bucovina) sotto l’egemonia europea. Nell’800, sono Nikolaj Gogol’, ma soprattutto Taras Shevchenko (1814-1861) poeta e padre della lingua, a gettare le basi del risorgimento culturale nazionale. E’ Shevchenko che coscientemente sceglie, per la sua terra, la denominazione di “Ucraina”. Con la guerra e la rivoluzione bolscevica, arrivano gli anni peggiori. Stalin sopprime dapprima la classe colta (la “Rinascita fucilata”) poi stermina i contadini: dei sei milioni “affamati a morte” (Holodomor) almeno due terzi erano ucraini. Seguono la tragica epopea dell’occupazione nazista, il ritorno di Stalin e la normalizzazione. Libertà e indipendenza arriveranno solo con il crollo del comunismo. Per tre volte (1990, 2004, 2013) Majdan ( la piazza a Kiev delle manifestazioni pubbliche) delle diventa il simbolo dell’ucraina democratica che guarda all’Europa per sottrarsi al plurisecolare giogo russo. “Dopo aver visto quale complesso di eventi gli ucraini dovettero affrontare, desta stupore che siano riusciti a creare governi nazionali, a dotarli di truppe, a difenderli da aggressioni interne ed esterna, a creare istituzioni amministrative e culturali, ad abbozzare una struttura statuale, a promulgare leggi, ad attuare riforme, a perseguire obiettivi di unificazione e di recupero di terre ‘irredente’ (…) La storia dell’ucraina non è una storia di statualità debole, ma di statualità negata”.

Giulia Maria Isabella Lami  

Professore ordinario di Storia dell’Europa Orientale Università di MilanoÈ specialista di storia e cultura russa ed europeo-orientale in epoca moderno-contemporanea, su cui ha pubblicato numerosi saggi e monografie. È Editorial Assistant della rivista internazionale «Storia della Storiografia – Histoire de l’Historiographie – History of Historiography – Geschichte dergeschichtschreibung»; partecipa all’attività di varie associazioni scientifiche quali l’Associazione italiana di studi ucraini; è attualmente Presidente della Commission Internationale des Ètudes Historiques Slaves del Comité International des Sciences Historiques.

Autore Giulia Lami

Editore Della Porta

Anno 2022

Pag. 230

Prezzo € 17,50

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I Garibaldi dopo Garibaldi

20/12/2022 da Sergio Casprini

La terza generazione e le sfide del Novecento

A cura di Zeffiro Ciuffoletti, Annita Garibaldi Jallet, Alberto Malfitano

«I Garibaldi dopo Garibaldi. La terza generazione e le sfide del Novecento è un volume coraggioso, per nulla celebrativo o conciliante, che affronta con precisione, equilibrio e senza timori reverenziali nodi assai delicati. I saggi si concentrano sulla terza generazione, quella dei nipoti di Giuseppe e Anita […] rispetto alle cui vicende è però impossibile prescindere dalle scelte del padre Ricciotti e dalla lettura che egli diede della tradizione garibaldina con tutte le ricadute pubbliche e private che ne conseguirono. E in effetti, superando vuote rappresentazioni eroicizzanti (e in fondo disumanizzanti), la dimensione privata e familiare entra a pieno diritto nelle pagine che seguono, non quale nota di colore o dettaglio aneddotico, ma come una delle chiavi di lettura di scelte politiche e come sostanza profonda, insopprimibile, nei percorsi di chiunque si sia trovato a vivere esposto alla bufera delle tragedie e delle lotte del Novecento italiano, europeo, globale». Dall’Introduzione di Eva Cecchinato

Editore LE LETTERE

Anno    2022

Pag.      396

Euro     € 38,00

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GEPPINO MICHELETTI (1905-1961)

24/11/2022 da Sergio Casprini

Vita, opere e riconoscimenti del medico eroe della strage di Vergarolla

Geppino Micheletti (1905-1961) di Duccio Vanni è il libro pubblicato da Apice Libri che racconta la storia, poco nota, del medico Geppino Micheletti.

 E’ il 18 agosto 1946 quando sulla spiaggia di Vergarolla a Pola, in un’Istria ancora italiana, si sta per svolgere una manifestazione natatoria. Gli ordigni bellici rimasti in loco, considerati inerti in quanto senza detonatori, vengono fatti esplodere da una mano rimasta sconosciuta nonostante le numerose indagini svolte nel corso dei decenni. Il tragico bilancio è di circa 100 vittime, in buona parte bambini. Il medico Geppino Micheletti, nonostante abbia saputo che nello scoppio sono periti i suoi due figli, di 6 e 9 anni, il fratello e la cognata, si prodiga ininterrottamente per 24 ore presso l’ospedale cittadino per curare i superstiti. La strage darà il colpo definitivo alle residue speranze della numerosa comunità italiana di poter rimanere nella propria terra: l’esodo giuliano-dalmata vedrà 350.000 persone costrette ad andare in esilio, per sfuggire alle repressioni dell’ostile e violento regime jugoslavo di Tito.

Duccio Vanni. Ricercatore– Storia della medicina Dipartimento di Scienze della Salute- Università degli studi di Firenze

Autore      DuccioVanni

Editore    Apice Libri

Collana    Storie

Anno        2022

Pagine     128

Prezzo      € 12

 

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I geni invisibili della democrazia

05/10/2022 da Sergio Casprini

La cultura umanistica come presidio di libertà

Autore Enzo di Nuoscio

Editore Mondadori

Collana Scienza e Filosofia

Anno     2022

Pag.       160

Prezzo   € 12

 Capacità critica, autonomia di giudizio, difesa della persona umana e consapevolezza della fallibilità della conoscenza, della relatività dei valori e dell’inviolabilità della coscienza.

Sono questi i «geni invisibili» della democrazia, in mancanza dei quali si materializzano i «demoni visibili» dei suoi nemici. Senza una sufficiente scorta di tali risorse culturali sarebbe impossibile quella «rivoluzione democratica» che sostituisce allo scontro tra le persone il confronto tra le idee, all’uso della forza il ricorso al dialogo, trasformando le istituzioni nel luogo in cui facciamo morire le idee al nostro posto. La cultura umanistica è la sentinella della nostra libertà perché difende e arricchisce questi «geni invisibili», formando menti critiche vaccinate contro il fanatismo, la violenza e contro le più subdole minacce alla «società aperta». Investire sulla formazione umanistica significa dunque proteggere la democrazia da vecchi e nuovi nemici.

Enzo Di Nuoscio è professore ordinario di Filosofia della scienza all’Università del Molise e docente di Metodologia delle scienze sociali alla LUISS di Roma. Ha svolto inoltre attività di ricerca e di insegnamento presso La Sapienza, la LUMSA e la Gregoriana di Roma e presso la Sorbona e Science Po a Parigi. Si è occupato soprattutto di epistemologia delle scienze umane e di teoria politica.

 

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L’ingegno di Minerva

24/08/2022 da Sergio Casprini

Sabato 27 agosto in omaggio con il Corriere della Sera il primo libro sulle grandi figure femminili

 

 

Si comincia dalle scienziate. Ci pare un ottimo argomento per il lancio di avvio di una collana di libri dedicata alle donne nella storia. Se è pur vero, infatti, che l’universo femminile, con i suoi valori e i suoi diritti, con la sua presenza in vari ambiti qualificati, fatica ancora ad emergere uscendo dall’ombra, raccontare le donne di scienza mette a fuoco uno «specifico regime di esclusione» femminile ancora più duro rispetto al raggiungimento di altri traguardi. Ma, per contro, ne svela anche i successi, attraverso le citazioni e le analisi delle opere di astronome, filosofe, matematiche, fisiche, chimiche, biologhe, informatiche, astrofisiche.

L’ingegno di Minerva. Brillanti scienziate dall’antichità ad oggi è il titolo del volume di Letizia Giangualano, proposto in omaggio come prima uscita della collana «La storia delle donne», in edicola sabato 27 agosto con il «Corriere della Sera».

Osserva Barbara Biscotti nell’introduzione alla serie: «La presenza delle donne negli ambiti scientifici è ancora significativamente minoritaria e lo spettro osceno di una pretesa minor inclinazione “naturale” delle stesse per le materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (le cosiddette Stem) viene tuttora spesso agitato con noncuranza». Aggiunge: «I dati statistici dicono che oggi c’è ancora molta strada da fare in proposito, a partire dal modo in cui i bambini e le bambine vengono educati sin da piccoli secondo stereotipi di genere e dalla pressione socioculturale persistentemente esercitata sulle ragazze, per approdare ai problemi presentati da un mercato del lavoro fortemente discriminatorio specie in quei settori».

Le donne di scienza, dunque. Se l’aver ricevuto il premio Nobel è un dato significativo (e lo è) per misurare la «visibilità» femminile, ecco che l’autrice dell’opera nelle prime righe va al punto: «Nell’edizione 2021 del Nobel nessun premio è stato assegnato a ricercatrici in ambito scientifico». Strano? «No. È la conferma — nota Giangualano — di una tendenza generale che parla chiaro da quando venne istituito nel 1901. Sono 58 le donne premiate fino ad oggi, a fronte di 975 medaglie assegnate, il 4 per cento del totale. E i numeri scendono ancora se consideriamo le scienziate: 24 donne premiate (25, dato che Madame Curie ne ha vinti due) in centovent’anni…Il comitato del Nobel è maschilista? O ci sono meno scienziate che scienziati?». Le donne, in effetti, rappresentano meno del 30 per cento di tutti gli scienziati del mondo. «Questa ingiustizia è il riflesso della società in cui viviamo. Abbiamo ancora molto lavoro da fare», ha affermato Goran Hansson, segretario dell’Accademia reale svedese. Intendiamoci, i tempi sono molto cambiati «da quando Agnodice, ginecologa e ostetrica, si travestiva da uomo per studiare medicina. Lo racconta l’astronomo Igino, e pare che il fatto sia avvenuto nell’Atene del IV secolo avanti Cristo, quella di Platone, Aristotele, Ippocrate». E a proposito di medicina, non è casuale che alle origini dell’interesse delle donne vi fu la ginecologia. «Dalla letteratura storica e drammatica si ricavano alcune informazioni sul pudore e l’empirismo della guarigione dalle malattie nel mondo femminile», rileva l’autrice de L’ingegno di Minerva. In sostanza, la difficoltà delle donne ad affidarsi a specialisti maschi.

Giangualano, quindi, indica esempi virtuosi della ginecologia femminile. Agli inizi del XII secolo spicca il nome di Trotula de Ruggiero, attiva fra le dottoresse della Scuola Salernitana (Mulieres Salernitanae), un’anomalia tra i luoghi di cultura dell’epoca. Scrisse importanti trattati di ostetricia e ginecologia, rimasti in uso nei secoli successivi.

L’excursus sul percorso delle scienziate, dal passato ai tempi nostri, è ricco di racconti sulle figure femminili, alcune note, altre meno. Da Elena Lucrezia Corner Piscopia, nobildonna veneziana, prima laureata italiana (1679), all’entomologa tedesca Maria Sybilla Merian, prima scienziata a documentare il ciclo di vita degli insetti. Nel 1699 intraprende una spedizione scientifica in Sud America per studiare gli insetti tropicali. Altri nomi: Maria Gaetana pubblica Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, primo manuale di matematica scritto da una donna (1748); la paleontologa inglese Mary Anning scopre il primo ittiosauro completo (1811); la fisica e chimica Marie Sklodowska Curie è la prima donna a ricevere un Nobel, per la Fisica, nel 1903, e raddoppia nel 1911. Nel 1943 l’informatica americana Grace Hopper partecipa alla creazione del primo computer digitale. Nel 1986 Rita Levi Montalcini riceve il premio Nobel per la Medicina. E avanti fino al 2020, anno in cui le biochimiche Jennifer Doudna (americana) ed Emmanuelle Charpentier (francese) ricevono il Nobel per la Chimica. È solo un assaggio di ciò che il volume propone.

Marisa Fumagalli 24 agosto Corriere della Sera 

 

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Giacomo Matteotti e il socialismo riformista

15/07/2022 da Sergio Casprini

 

 Autore    Maurizio degli Innocenti

Editore   Franco Angeli

Anno       2022

Pag.         292

Prezzo    € 38,00

Il saggio propone un’originale rilettura di Giacomo Matteotti (1885-1924) lungo i binari paralleli della biografia individuale e dell’analisi del gruppo politico di afferenza avvalendosi delle categorie interpretative di socialismo di vicinanza o territoriale e di democrazia orizzontale.

Nel rapporto essenziale con il territorio evidenzia la persistente forza delle periferie, lungo le quali si riscrivono le gerarchie sociali e politiche, tra continuità e rottura dei codici etici e di prestigio. Nel ricostruire il cursus honorum di Matteotti da organizzatore nel Polesine a figura di spessore nazionale fino all’ingresso a Montecitorio e infine a segretario del Partito socialista unitario impegnato nella lotta al fascismo e al bolscevismo, fa emergere una concezione della politica come pedagogia individuale e collettiva per una cittadinanza diffusa e inclusiva; tecnica gestionale in una strategia “costruttiva” della società di lungo periodo; prassi fondata sul ruolo imprescindibile dei partiti nazionali in una democrazia rappresentativa e conflittuale nel rispetto dello Stato di diritto; visione delle problematiche interne in connessione con gli equilibri internazionali in una prospettiva di libera e pacifica convivenza dei popoli e, perfino, già europeista. Il saggio offre molteplici motivi di riflessione su problemi della società italiana ed europea di lungo periodo, fino all’attualità, a ulteriore testimonianza del lungimirante orizzonte del pensare e dell’agire di intera generazione politica in linea con l’evoluzione della socialdemocrazia europea tra le due guerre.

Maurizio Degl’Innocenti è professore ordinario di Storia contemporanea, presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Siena. È stato direttore del Dipartimento di Scienze Storiche, Giuridiche, Politiche e Sociali (Gips) e della Scuola di dottorato in Scienze Storiche in Età Contemporanea.

È fondatore del Centro interuniversitario per la Storia del cambiamento sociale e dell’innovazione (Ciscam), presso il medesimo Ateneo. Ha al suo attivo un centinaio di pubblicazioni. Dirige tre collane editoriali (“Strumenti e Fonti” e “Società e Cultura”, edizioni Eredi di Piero Lacaita Editore; “Collana storica – Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, edizioni Franco Angeli), e co-dirige la rivista informatica di storia contemporanea “Storia e futuro”. È socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Guido Lodovico Luzzatto di Milano.

È stato coordinatore di diversi progetti Miur di interesse nazionale e locale. Nel 1994 è stato nominato Grande Ufficiale della Repubblica, per meriti culturali. È presidente della Fondazione di studi storici “F. Turati”,con sede a Firenze. È stato membro di diversi Comitati nazionali e in particolare ha presieduto il Comitato nazionale per il centenario della nascita di Eugenio Colorni.

 

 

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Nel vento con le rose

23/06/2022 da Sergio Casprini

Una storia fiorentina del 1944

Autore     Caterina del Vivo

Editore     Pontecorboli

Anno        2022

Pag.          254

Prezzo      € 18,80

 

La vita a Firenze nel 1943-1944, i timori, le speranze, il lungo cammino verso San Gimignano, rivivono nelle lettere di due giovani innamorati.

Decisi a sfidare lo squallore quotidiano per realizzare il loro sogno, poi spezzato dalla crudeltà dell’uomo e della guerra. Un pacco di lettere chiuse in un cassetto. Una memoria lontana, sommersa da un doloroso silenzio. Quell’amore era nato come una favola rosa e come un sogno era stato vissuto, fra gli ultimi mesi di vita del fascismo e l’avanzata alleata. Fra i tramonti sul Lungarno, gli attentati, il coprifuoco, l’occupazione tedesca e la tragica distruzione dei ponti. A Firenze combattimenti e scontri sembrano ancora così lontani, nella primavera del 1943. Anche se il tetro clima di guerra incombe implacabile nella vita di ogni giorno. Altro riserva il destino. Eppure, al di là dei documenti, delle sentenze, dell’efferatezza del fatto storico ricostruito nei dettagli, della insulsa atrocità della guerra, restano le lettere di Fernando a Maria Cecilia, le passeggiate per l’amata Firenze, la cronaca delle nottate al giornale, le speranze e le ambizioni di una giovinezza troncata.

Caterina Del Vivo ha lavorato molti anni all’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” ed è stata responsabile dell’Archivio Storico del Gabinetto Vieusseux. Ha redatto e pubblicato inventari e cataloghi, ha curato carteggi ed edizioni testuali. Si è dedicata in particolare allo studio biografico di personaggi femminili dell’Ottocento e del Novecento.

23 marzo 1944. Bombardamento della stazione di Campo di Marte visto dai Lungarni

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17 MARZO. CELEBRAZIONE DELL’UNITÀ D’ITALIA, DELLA LIBERTÀ E DEMOCRAZIA

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Ubaldino Peruzzi Sindaco, il video integrale del Convegno

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Le celebrazioni del 17 MARZO nel corso della storia dell’Italia dal 1911 al 2011

10/03/2023

Lettere al Direttore

La coscienza ecologica tra passato e presente

07/12/2022

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STORIA DI RAMELLI E DANTE DI NANNI

25/03/2023

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Il PASSATORE, mito della Romagna

26/12/2022

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LA FORTEZZA DEL RISORGIMENTO A BRESCIA

23/01/2023

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L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968

15/03/2023

Rassegna stampa

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NAZIONE POP

17/03/2023

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