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Risorgimento Firenze

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Pubblicazioni

Risorgimento a due voci ovvero Il medico politico.

12/08/2021 da Sergio Casprini

Una sala operatoria  nell’Astigiano nell’800

 

Vite parallele di Giovanni Lanza e Agostino Bertani

Autore     Giorgio Cosmacini

Editore     Pantarei

Anno         2021

Pagine       214

Prezzo      € 15,00

Il libro intreccia le “vite parallele” di due medici con gli avvenimenti che precedono e seguono l’unificazione italiana: il percorso di vita dei due protagonisti, la loro formazione, l’impegno professionale e quello politico. Entrambi deputati, Giovanni Lanza, cavouriano, è presidente della Camera, più volte ministro, capo del governo dal 1869 al 1873, gli anni che portano la capitale a Roma. Agostino Bertani, radicale, ha i suoi riferimenti politici in Cattaneo e Mazzini, è seguace di Garibaldi, della cui dittatura per le province del Mezzogiorno sarà segretario generale, ha rapporti anche con Bakunin. Sul piano medico e sanitario, si intrecciano le malattie dei due protagonisti, l’improvvisa morte di Cavour, le vicende sanitarie degli eserciti regolari e dei volontari, le caratteristiche della sanità italiana e della sua organizzazione prima e dopo l’unità. Non manca il racconto delle epidemie e delle “fake news” di allora, con i medici accusati di spargere ad arte il colera, la peste dell’epoca. Il tutto si tiene nella relazione globale tra medicina e politica e nella riaffermazione del metodo intrinsecamente materialistico della scienza medica.

Giovanni Lanza 1859

Giorgio Cosmacini (Milano 1931) è il maggiore storico italiano della medicina. Medico, laureato in Filosofia, insegna Storia della medicina nell’Università Vita-Salute dell’Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele di Milano. Autore di molti libri di successo, di argomento storico-medico filosofico.

Agostino Bertani 1864

 

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ALFONSINA E LA STRADA

06/08/2021 da Sergio Casprini

Il romanzo di Alfonsina Strada, la storia e le avventure della ciclista che per prima sfidò il maschilismo sportivo partecipando, unica donna, al Giro d’Italia del 1924.

Autrice  Simona Baldelli

Editore  Sellerio

Anno    2021

Pag.     316

Prezzo  € 17,00

«Ciò che più la affascina è il lato privato, intimo di questa donna che, nata alla fine dell’Ottocento in una famiglia contadina poverissima, in mezzo ad altri dieci tra fratelli e sorelle, riesce a superare i propri limiti» – Robinson /La Repubblica

Nel 1924 il Giro d’Italia rischia va di non partire. Gli organizzatori non erano in grado di far fronte alle richieste economiche delle squadre e queste risposero con una diserzione in massa. Celebri campioni come Girardengo, Brunero, Bottecchia non avrebbero gareggiato; gli atleti dovevano iscriversi a titolo personale e la corsa rischiava di passare inosservata, con grave danno per gli sponsor. Occorreva qualcosa di eclatante, e si decise di accogliere la richiesta di una donna di trentatré anni che insisteva da tempo per partecipare. Si trattava di Alfonsina Strada, aveva già affrontato due Giri di Lombardia. Il tracciato della competizione attraversava la penisola per oltre 3.000 chilometri, gli iscritti furono 108, al via se ne presentarono novanta, e fra questi c’era Alfonsina. Solo in trenta completarono la gara. Il romanzo racconta la sua storia, dai tempi duri e affamati di Fossamarcia, nei pressi di Bologna dove nacque nel 1891, fino al 13 settembre del 1959, giorno della sua morte. In mezzo ci sono due guerre mondiali, la Marcia su Roma cui prese parte uno dei suoi fratelli, e poi D’Annunzio che le regalò una stella d’oro, Mussolini che volle darle un’onorificenza da lei mai ritirata, una medaglia che la zarina Alessandra le appuntò personalmente al petto. E gli anni passati a esibirsi nei circhi d’Europa e due matrimoni, il primo a 14 anni, l’unico modo per andar via di casa perché i genitori le volevano impedire di gareggiare. Il giovane marito era Luigi Strada, di professione meccanico, uomo dalla psicologia molto fragile. Le offrì un amore sincero, lei ne mantenne per sempre il cognome.

Dalla povertà alla fama all’oblio, Alfonsina è stata una pioniera della parificazione tra sport maschile e femminile.

Alfonsina Strada  nel suo negozio milanese di via Varesina

Simona Baldelli ha trovato lo sguardo e la voce per trasformare la sua epopea in un romanzo attento alle verità della Storia e sensibile alle sfumature dei sentimenti, creativo nella struttura e libero di intrecciare i fatti concreti con l’invenzione necessaria al gesto letterario. Accade allora che nelle sue pagine Alfonsina prenda vita e ci mostri, nella scoperta di un’impresa faticosissima e anticipatrice, il ritratto di una donna che mai volle porsi dei limiti.

Simona Baldelli è nata a Pesaro e vive a Roma. Evelina e le fate (Giunti 2013) è il suo primo romanzo, finalista al Premio Calvino 2012 e vincitore del Premio Letterario John Fante 2013. Tra gli altri suoi libri ricordiamo Il tempo bambino (Giunti 2014), La vita a rovescio (Giunti 2016), È facile vivere bene nelle Marche se sai cosa fare (Newton Compton 2016), L’ultimo spartito di Rossini (Piemme 2018).

 

Giro d’Italia del 1924

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Cristina Trivulzio di Belgiojoso ( Milano 1808-Milano 1871). Storiografia e Risorgimento

25/07/2021 da Sergio Casprini

Francesca Inaudi nel film “Noi credevamo” nei panni di Cristina di Belgiojoso da giovane

 

Autore     Karoline Rörig

Editore    Scalpendi

Anno       2021

Pag.         432

Prezzo     € 45,00

 

CRISTINA DI BELGIOJOSO. LA NOSTRA PRIMA DONNA.

Karoline Rörig traccia un profilo intellettuale della” Grande Dame” dell’Unità italiana puntando sul suo instancabile impegno come riformatrice ( e rivoluzionaria). pubblicista e direttrice di riviste

Marino Viganò Sole 24 Ore 25 luglio 2o21

Osservazioni  sullo stato attuale dell’Italia e del suo avvenire-titolo quanto mai evocativo di un presente, come oggi allora, densi di incognite- è tra le ultime opere di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, ” grande  dame del Risorgimento”, o, volendo citare il grande contemporaneo, Carlo Cattaneo ” prima donna d’Italia”. Quest’anno se ne commemora il 150° della morte avvenuta il 5 luglio 1871 a Milano e in consonanza con l’anniversario, su questa figura avvincente della storia non solo italiana dell’Ottocento esce la monografia di  Karoline Rörig, nella quale proprio la dedizione della protagonista  per il passato, il presente e il futuro della patria emerge quale nucleo dell’indagine…

…Cristina Trivulzio di Belgiojoso inizia gli studi e l’azione sull’Italia facilitata dalla prestigiosa cerchia di amici dell’esilio a Parigi, nella quale spiccano storici, politici, intellettuali influenti da Augustin Thierry a François Mignet e François Guizot, Victor Cousin o Victor Considérant. Ma poi, gradualmente, sa dirigerli da sé, in costante dialogo coi contemporanei e le condizioni politiche d’Europa, su ideali e programmi concreti, mirati a formare lo stato nazionale italiano unitario. E se sinora pensiero e programma non sono stati colti a fondo, qui Karoline Rörig dà il maggior contributo, indagando passo passo le tappe e individuando il suo «modello a tre fasi», basato su educazione politica e riforme, inteso a coinvolgere le componenti tutte della società in un itinerario sì moderato, ma affatto escludendo, ultima ratio, un saldo impegno rivoluzionario. È in effetti non per caso nel 1848 che Belgiojoso agisce, guidando il corpo di volontari detto «Divisione Belgiojoso» da Napoli a Milano, dove fonda il giornale «Il Crociato» – un nome, un programma –, battendosi poi nella Repubblica romana del 1849 accanto a Mazzini e Garibaldi. Paladina dell’iniziativa «a tre fasi», autrice, pubblicista, fondatrice e direttrice di riviste e fogli, riformatrice, rivoluzionaria, Belgiojoso dalle pagine di Rörig esce donna concreta: non teorica astratta ma soggetto pragmatico, con vocazione a lanciare moniti validi per i contemporanei come pure per l’Italia d’oggi.

Francesco Hayez Cristina Trivulzio Belgiojoso

Karoline Rörig, nata nel 1972; Storica; dal 2004  è attiva come consulente freelance per le pubbliche relazioni e l’educazione politica; dal 2007 è nell’Ufficio  per il dialogo italo-tedesco di Bonn.

 

 

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La sindrome del pallone.

14/07/2021 da Sergio Casprini

Origine, natura e cura della mania del calcio

Autore       Marcello Carrà

Editore       La nave di Teseo

Anno edizione 2021

Pagine        144 p., ill. Rilegato

Prezzo        € 50,00

 

È fuori dubbio che nel mondo di oggi uno dei morbi che ha avuto più successo, imponendosi su buona parte degli altri, soprattutto nelle nostre terre italiane, è quello del calcio. E con calcio voglio intendere proprio quel gioco in cui un certo numero di persone rincorre una palla, cercando di farla terminare all’interno di un cosiddetto portale in acciaio o similare, con una rete atta ad attutire fino a fermare la corsa della citata palla. Si suole definire tale procedura dinamica come “Gioco” o “Sport”, ma la realtà dei fatti è che questo diletto, a mano a mano debilitante per il fisico e soprattutto per la mente, deriva da un vero e proprio morbo, che si impossessa spesso del malcapitato corpo negli anni della più acerba gioventù. La malattia si sviluppa poi con decorso rapido portando al delirio totale.

Ditelo a Lorenzo Insigne: qualcuno gli ha rubato il «tiraggiro», l’ha fatto diventare segno grafico e fantasia su carta preziosa. Marcello Carrà, ingegnere civile con un debole per il disegno, racconta con le sue illustrazioni La sindrome del pallone. Origine, natura e cura della mania del calcio. Ne siamo tutti coinvolti, e non solo perché, domenica 11 luglio, a Wembley, dopo 53 anni, la giovane Nazionale di Roberto Mancini ha conquistato il Campionato europeo di calcio contro quei leoni inglesi di Kane e Sterling, e anche la voglia di rinascita e leggerezza dell’Italia tutta.

Il volume, che Luca Bottura nella sua postfazione definisce «poetico, cialtrone, maldestro, chirurgico», è una sorta di trattatello scientifico, una dissertazione nata prima del Covid che racconta per immagini il Bacillus Calcisticus. Carrà è un maestro di immaginazione, a partire da Adamo ed Eva che nel giardino dell’Eden sono calamitati da un pallone e giù a scendere con la sfera magica che ci fa soffrire, entusiasmare, volare, piangere e permea tutto il vissuto, dai fiori agli animali. Carrà è quasi un Arcimboldo del pallone e nei suoi tratti a penna biro, limpidi e potenti, si intravvedono echi di Bosch, Bruegel e anche del Dürer della Divina Commedia. L’artista definisce la sua opera «una dissertazione», nata «in virtù della consapevolezza che esiste una dissipazione di energia canalizzata su certe ossessioni (il calcio è solo una di queste), che sfavoriscono altri valori, materiali e spirituali».

Il Bacillus Calcisticus si àncora nel cervello della vittima, così la malattia si sviluppa con decorso molto rapido e si mostra in varie forme: grave, violenta, faccendiera, con tanto di deformazioni fisiche. Che Carrà rappresenta in modo ironico, ubriacante, irriverente. Ogni pagina è sorpresa, sorriso, meraviglia che scatta sulla fascia e fa gol alle consuetudini, ogni pagina ricorda certe metafore delle pagine ribelli e fuggitive di Osvaldo Soriano.

Il morbo, che tutti ci colpisce, ha anche un misuratore, l’empatometro calcistico, e naturalmente si fa fiori, piante e animali. Il bestiario di Carrà è una squadra in cui il gibbone ghermisce i palloni che arrivano dalle sue parti, un po’ come Donnarumma su rigori e traiettorie velenose. Ci sono la leonessa e il ghepardo in attacco, uno struzzo che porta la sfera tra capo e collo come il professor Jorginho, trait d’union fra difesa e attacco. Ad arbitrare la contesa un saggio elefante.

Il calcio è un’ossessione felice, per il quale Carrà propone anche divertenti cure, salvo che per coloro che si atteggiano a intellettuali, pur parlando semplicemente di calcio. È tutto un divertissement di segni, di idee, di racconti scritti ma l’artista poi si fa serio e spiega il senso della sua opera: «si è voluto esprimere il timore che la malattia calcistica, soprattutto nelle forme passive più gravi, si trasformi in un nuovo oppio in grado di alterare le menti e, soprattutto, far dimenticare gli altri problemi più rilevanti» Oggi, 11 luglio, quasi fosse l’11 luglio 1982, questo monito non ci tange, ma l’ammonimento di Carrà va anche oltre: «Questa dissertazione non condanna il calcio, ma non assolve gli eccessi mediatici e comportamentali, di ogni genere ad esso strettamente connessi». Pena il dissolversi dell’unicità del calcio. E non ci sarà un terzo tempo per salvare il gioco più bello del mondo. Dunque, si giochi molto e si esageri poco.

Maria Luisa Colledani Il Sole 24 ore 11 luglio 2021.

l 15 gennaio 195o Carlo Parola, difensore juventino  è ritratto in una plastica rovesciata in Fiorentina-Juventus.

 

 

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Ursula Hirschmann. Come in una giostra

14/06/2021 da Sergio Casprini

 

Autrice   Marcella Filippa

Editore   Aras

Anno     2021

Pag.      176

Prezzo    € 16,00

Ursula Hirschmann (Berlino 1913 – Roma 1991) svolge un ruolo intellettuale e politico in condizioni burrascose. Ebrea, lascia la sua città all’avvento del nazismo, vive a Parigi a contatto col mondo degli esuli. Sposa il filosofo ebreo e antifascista Eugenio Colorni, condivide con lui il confino, e sarà tra i protagonisti della stesura del Manifesto di Ventotene e della sua diffusione.

Ventotene 1940 Colorni e Ursula con le figlie Silvia e Renata

Dopo la tragica morte di Colorni vivrà la sua vita con Altiero Spinelli, uniti in un potente rapporto amoroso, condividendo il progetto di una Europa federale, capace di superare nazionalismi e abbattere muri. Nel 1975 costituisce a Bruxelles “Femmes pour l’Europe“. Una emorragia cerebrale le toglie l’uso della parola, ma con la sua tenacia saprà riacquistarla. Madre di sei figlie, vive con passione la sua esistenza, dichiarandosi con coerenza senza patria. Una vita come in una giostra: gioco, vertigine, meraviglia, stupore. Rappresentata spesso solo nel ruolo di moglie e musa ispiratrice, la sua vita è affermazione di autonomia, irriducibilità, coraggio e sfida. L’autrice ci offre una nuova storia al femminile che attraversa il Novecento europeo, con una scrittura densa, originale, creativa, empatica, capace di riconoscere la complessità, l’autorevolezza del suo pensiero e del suo impegno, rivelando aspetti intimi con delicatezza, dialogando con essa e con tante altre figure che l’hanno incontrata. Ne emerge una costellazione di storie inedite e uniche.

Un racconto di erramento, sconfinamenti, inattese conseguenze, che riaffiora dopo tanto oblio.

 

Marcella Filippa, nata a Castagnole Piemonte (To) il 6 marzo 1954 Storica, studiosa di storia sociale e della soggettività, vive e lavora a Torino, è direttrice della Fondazione Vera Nocentini, e dell’Ismel (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali). Laureatasi a Torino nel 1981 con il massimo dei voti e la dignità di stampa, ha ottenuto la specializzazione in storia contemporanea presso l’Università di Lione in Francia, ha lavorato presso l’Università di Cambridge, ha collaborato con l’Università di Torino, e altre città italiane ed europee, e con importanti Istituti culturali europei e internazionali.

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Il fantastico regno delle Due Sicilie.

04/06/2021 da Sergio Casprini

 Breve catalogo delle imposture neoborboniche

 

Autore   Pino Ippolito Arminio

Editore   Laterza

Anno     2021

Pagine    144

Prezzo    € 14,00

Prima dell’Unità il Sud era ricco e istruito. L’industria del regno di Napoli era la prima in Italia. Garibaldi era uno schiavista, Pisacane un disertore e Mazzini un terrorista. Il Risorgimento comportò il genocidio del popolo meridionale. Tutte le bugie dei neoborbonici smascherate alla prova dei fatti.

Il regno delle Due Sicilie era una specie di paradiso in terra: ben amministrato da un governo illuminato come quello napoletano, aveva raggiunto risultati straordinari che lo ponevano all’avanguardia in Europa. Ma proprio questo benessere aveva acceso la cupidigia del Nord che con la forza delle armi se n’è impadronito, distruggendone l’industria, occupando militarmente i territori e sterminando i ‘briganti’, in realtà eroici resistenti all’oppressione. Questo è il racconto del Risorgimento che emerge nella pubblicistica e nella propaganda neoborbonica: una straordinaria collezione di falsi che trovano però sempre maggiore credito nell’opinione pubblica, soprattutto in quella meridionale. Vere e proprie fake news che hanno un’eccezionale capacità di presa perché forniscono una spiegazione semplice a problemi complessi. Mentre una crescente e inafferrabile distanza separa sempre più il Mezzogiorno dal resto d’Italia, si preferisce ‘inventare’ un nemico esterno, cattivo quanto basta, per addebitargli tutto ciò che siamo e non vorremmo essere.

 

Pino Ippolito Armino (Palmi, 1954), ingegnere, vive tra la Calabria dove è nato ed il Piemonte dove si è trasferito all’inizio degli anni ’70 per completare gli studi.
Per i tipi di Rubbettino ha pubblicato “Azionismo e sindacato” che, attraverso il racconto della vita di Antonio Armino, il maggiore degli esponenti calabresi del Partito d’Azione, ripercorre le travagliate vicende del cosiddetto Regno del Sud.

Giovanni Fattori Garibaldi a Palermo 1860

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Le italiane

31/05/2021 da Sergio Casprini

Il Paese salvato dalle donne


Autore Aldo Cazzullo
Editore Solferino
Anno 2021
Pagine 288
Prezzo €18,00

Sono le donne a custodire l’identità italiana. Partendo da questa convinzione, Aldo Cazzullo rievoca le figure, il carattere e le storie delle italiane che ha conosciuto. Un racconto a più voci che è anche un viaggio dentro l’animo femminile e nella comunità nazionale. Dalle centenarie che hanno fatto l’Italia, come Franca Valeri e Rita Levi Montalcini, alle giovani promesse di oggi, come Chiara Ferragni e Bebe Vio. Donne di potere, come Nilde Iotti e Miuccia Prada, e donne di parola, da Oriana Fallaci a Inge Feltrinelli. Per arrivare a oggi: chi ha salvato l’Italia nell’anno terribile della pandemia? Noi diciamo medici e infermieri, al maschile. Ma non solo la maggioranza delle infermiere sono donne; sono donne la maggioranza dei giovani medici. Neppure il lockdown ha fermato le cassiere dei supermercati, le edicolanti, le poliziotte, le farmaciste, le professoresse che hanno fatto lezione on line, le mamme che hanno lavorato e badato ai figli rimasti a casa, le nonne che hanno corso rischi pur di prendersi cura dei nipoti. In queste pagine si raccontano in prima persona attrici come Monica Bellucci e Stefania Sandrelli, cantanti come Laura Pausini e Gianna Nannini, campionesse dello sport come Valentina Vezzali e Federica Pellegrini. Scrittrici come Dacia Maraini, critiche come Fernanda Pivano, editrici come Elvira Sellerio. Ma compaiono anche figure storiche come Chiara d’Assisi, patriote, partigiane, combattenti. Alcune non ci sono più, altre hanno tutta la vita davanti. Samantha Cristoforetti ha conquistato lo spazio, Nives Meroi l’Himalaya, Sofia Viscardi la Rete. Tante hanno sofferto moltissimo, sia pure in modi diversi: Alda Merini in manicomio, Vittoria Leone nelle stanze del potere, Maria Romana De Gasperi quando il padre era nelle carceri fasciste.

Molte testimoniano che l’Italia resta purtroppo un Paese maschilista; ma tutte confermano che la grande avanzata delle donne è appena cominciata

ALDO CAZZULLO, Giornalista italiano. Dopo quindici anni a “La Stampa” di Torino, dal 2003 è inviato speciale ed editorialista del “Corriere della Sera”. Ha raccontato le Olimpiadi di Atene e di Pechino, gli attentati dell’11 settembre, il G8 di Genova, gli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi ad opera delle Brigate Rosse.
Tra i suoi libri, pubblicati da Mondadori e incentrati in gran parte sul tema dell’identità nazionale, ricordiamo: Ragazzi di via Po (1997), I ragazzi che volevano fare la rivoluzione (1998), Il caso Sofri (2004), I grandi vecchi (2006), Outlet Italia. Viaggio nel paese in svendita (2007), L’Italia de noantri. Come siamo diventati tutti meridionali (2009), Viva l’Italia! Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione (2010), La mia anima è ovunque tu sia (2011), L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel paese che resiste e rinasce (2012), Basta piangere! Storie di un’Italia che non si lamentava (2013) e La guerra dei nostri nonni (2014). Ricordiamo anche Le donne erediteranno la terra (2016), L’Intervista: i 70 italiani che resteranno (2017), La guerra dei nostri nonni. (1915-1918): storie di uomini, donne, famiglie (2018), Giuro che non avrò più fame. L’Italia della Ricostruzione, Peccati immortali (con Fabrizio Roncone, 2019) e A riveder le stelle (2020) tutti editi Mondadori.

 

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ll colpo di Stato

19/04/2021 da Sergio Casprini

 

Autore        Mario Missiroli

Postfazione   Francesco Perfetti

Editore       Storia e Letteratura

Collana       Edizioni Gobettiane

Anno         2021

Pagine        129

Prezzo        € 19,00 

 

Direttore del quotidiano milanese di orientamento democratico «Il Secolo», Mario Missiroli nel 1922 aderì incondizionatamente al manifesto che annunciava la nascita della «Rivoluzione Liberale». “Il colpo di Stato“, che Gobetti pubblicò nel 1924, dopo che l’autore era stato estromesso dal «Secolo» fascistizzato, riprendeva e sviluppava concetti già elaborati nella “Monarchia socialista“: la Corona non poteva «assistere indifferente al quotidiano franamento dello Stato liberale» e ben presto il dissidio col regime sarebbe stato inevitabile. Gli eventi successivi smentirono l’ipotesi sul ruolo di mediazione della monarchia e Missiroli, nell’ottobre 1925, mise nero su bianco una «conversione» al fascismo che per Gobetti determinò la rottura definitiva, resa pubblica sulla «Rivoluzione Liberale».

**************** 

…Chi è in realtà Mario Missiroli (Bologna 1886, Roma 1974), questo giornalista brillante ed amante del paradosso che non disdegna con un po’ di fantasia la coincidenza degli opposti?

Un bel ritratto ce lo fornisce Francesco Perfetti nella splendida postfazione. Rileva che la formazione culturale del Nostro è eterogenea ed eclettica. E’ dotato di un realismo machiavellico di stampo machiavelliano e guicciardiniano. Spirito laico per eccellenza “da un punto di vista politico egli avrebbe potuto essere classificato come un liberale eterodosso con qualche apertura ai socialisti e ai sindacalisti rivoluzionari Cacciato dalla direzione prima del “Resto del Carlino” e poi del “secolo”, si adatterà a vivacchiare durante la dittatura incensando il duce. Per risorgere nel dopoguerra con le direzioni del Messaggero e del Corriere della Sera. Non un cuor di leone, ma un raffinato intellettuale e un eccellente giornalista.

L’importanza del fattore monarchico nella politica italiana

Paolo Armaroli  Il Sole 24 Ore 18 aprile 2021

Mario Missiroli

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Il Novecento dei libri. Una storia dell’editoria in Italia

08/04/2021 da Sergio Casprini

Autore   Irene Piazzoni

Editore   Carrocci

Anno     2021

Pagine    512

Prezzo    € 37,00

I libri progettati e messi in commercio come diapason della vita culturale di una comunità nazionale: seguendo questa suggestione, il volume ripercorre, fra tornanti politici, guerre, passioni ideologiche, stagioni filosofiche, orientamenti del gusto, tradizione, modernità e “postmodernità”, la storia dell’editoria italiana nel Novecento. Un secolo in cui essa è stata agone e canale di espressione strategici per intellettuali, riviste, partiti, gruppi d’opinione; in cui ha percorso la rotta dall’apogeo alla crisi della sua funzione “demiurgica”, dall’artigianato all’industria, dalla struttura famigliare alle concentrazioni fino alla progressiva globalizzazione; in cui si è misurata con le sfide poste dall’evoluzione del pubblico e con la presenza di una sempre più gremita e competitiva arena mediatica. La parabola tracciata porta alla luce nodi ancora attuali e solleva interrogativi sull’identità, sul ruolo e sulla responsabilità dell’editoria al dischiudersi del nuovo millennio.

Irene Piazzoni, Insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato saggi e volumi sulla storia della cultura e dei media nell’Otto e nel Novecento, tra i quali Valentino Bompiani. Un editore italiano tra fascismo e dopoguerra (LED Edizioni, 2007)

Il Sole 24 Ore   4 aprile 2021

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LE DONNE DI DANTE

23/03/2021 da Sergio Casprini

Autore   Marco Santagata

Editore  Il Mulino

Anno     2021

Pag.      412

Prezzo  € 38,00

 

Da settecento anni la stella di Dante continua a brillare alta nel firmamento degli «spiriti magni» del nostro paese e della cultura occidentale.

Con piglio magistrale, Marco Santagata racconta il grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l’intero cammino. Si avvia così un autentico carosello di figure femminili: donne di famiglia, dalla madre Bella alla moglie Gemma Donati e alla figlia Antonia, che si farà monaca col nome di Beatrice; donne amate, prima fra tutte il suo amore giovanile, la Bice Portinari trasfigurata nella Beatrice della «Vita Nova» e del «Convivio», e poi angelicata nel Paradiso; infine le dame e le gentildonne del tempo, come Francesca da Rimini e Pia de’ Tolomei, che pure trovano voce nelle cantiche della «Commedia». Lasciamoci allora guidare da parole e immagini alla scoperta anche delle zone d’ombra della biografia del poeta e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria.

Marco Santagata (1947-2020) ha insegnato Letteratura italiana all’Università di Pisa. È stato autore di saggi e romanzi. Con il Mulino ha pubblicato anche «Per moderne carte. La biblioteca volgare di Petrarca» (1990), «I frammenti dell’anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca» (1992; nuova ed. 2011), «Quella celeste naturalezza. Le canzoni e gli idilli di Leopardi» (1994), «Amate e amanti. Figure della lirica amorosa fra Dante e Petrarca» (1999), «L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante» (2011; nuova ed. 2018), «Pastorale modenese. Boiardo fra Modena, Secchia e Panaro» (2016) e «Boccaccio indiscreto. Il mito di Fiammetta (2019).

Ary Scheffer Dante e Beatrice 1851

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