Croce, Togliatti e la memoria nazionale
Dopo la cesura del fascismo, con la conseguente catastrofe della guerra, la vita culturale appare segnata da un rapporto asimmetrico tra la filosofia di Croce, espressione del momento egemonico del pensiero, e il partito di Palmiro Togliatti, che affida all’ideologia di massa il bisogno di Stato ricorrente nella storia italiana. Ne discende la tensione civile e psicologica di orientamenti intellettuali reciprocamente intrasferibili eppure tra loro intrecciati. Ripensarne la vicenda comporta un lavoro di analisi e di autocoscienza, oltre il vuoto delle rimozioni, delle sopravvivenze e delle riconfigurazioni: non per lasciarsi alle spalle il passato e andarsene zitti «tra gli uomini che non si voltano», ma per avviare quella riconquista della propria storia indispensabile a una classe dirigente all’altezza del presente.
Michele Maggi è nato il 6 maggio 1943 a Francavilla Fontana (BR). Laureatosi in Filosofia con Eugenio Garin nell’Università di Firenze, vi entra come assistente ordinario nel 1973. Professore associato di Storia delle dottrine sociali e di Storia della filosofia politica nella Facoltà di Lettere e filosofia, diviene professore ordinario di Storia della filosofia politica nel 2001. È membro del Comitato scientifico dell’Edizione nazionale delle Opere di Benedetto Croce. Numerosi i suoi lavori sulla filosofia e sull’opera culturale e civile di Croce.
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Da Togliatti al ’68 La parabola del Pci
Ernesto Galli della Loggia Corriere della Sera 13 luglio 2024
Che rapporto vuole/deve avere un Paese con il proprio passato, con la sua continuità, e un partito che aspiri a raccoglierne l’eredità storica? Fu questo il problema cruciale che al suo ritorno in Italia nel 1944 Togliatti assegnò al Partito comunista che si voleva «nuovo» e che lui per primo fino al giorno della sua morte curò di risolvere. E questo è anche il tema del libro di Michele Maggi Il vuoto alle spalle. Croce, Togliatti e la memoria nazionale (Bibliopolis, pagine 349, 25). Un’analisi del dialogo ineludibile e polemico del segretario comunista con Croce e al tempo stesso della non facile gestione del lascito di un Gramsci il quale nelle meditazioni dei Quaderni si era trovato, per così dire, a portare il Partito comunista oltre sé stesso, in una prospettiva che ne trascendeva in un certo senso perfino il ruolo propriamente storico-politico. Una lunga vicenda di cui Maggi vede la conclusione nelle scelte sciagurate di politica scolastica compiute dal Pci dal 1968 in poi, con il completo oblio di qualunque interesse per la formazione di una classe dirigente e la tenuta di uno Stato degno di questo nome.
Autore Michele Maggi
Editore Bibliopolis
Anno 2024
Pag. 350
Prezzo € 25,00