• Passa al contenuto principale
  • Skip to after header navigation
  • Skip to site footer
Risorgimento Firenze

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

La villa di Artimino, detta la Ferdinanda.

17/12/2024

Svettante su un colle che domina il paesaggio, è stata l’ultima villa costruita dai Medici ed occupa un posto singolare non solo nella storia delle dimore della famiglia delle sei palle, ma anche in quella del costume e del vino. Merito di Ferdinando I, il Granduca che la volle e la fece costruire, e di Cosimo III, che un secolo dopo la riportò allo splendore e non solo.

La villa è ad Artimino, detta la Ferdinanda, nota anche come la villa dei cento camini, anche se sono solo una quarantina, camini ognuno diverso dall’altro e che danno grazia e leggerezza al grande tetto e al profilo del massiccio edificio. Tutto cominciò con Cosimo il primo Granduca, che nella zona di Artimino comprò terreni per ingrandire il «Barco Reale», cioè la grande bandita di caccia dei Medici che dal crinale del Monte Albano e dalle pendici del poggio di Artimino arrivava fino a Vinci e a San Baronto. La riserva di caccia, ricca di boschi, era completamente circondata da un muro alto due metri e lungo ben 52 chilometri, di cui oggi restano molti ruderi ma anche tratti ancora integri e una grande porta d’accesso, e il poggio di Artimino si trovava in una posizione strategica per le cacce. Cacce che erano la passione dell’ex cardinale Ferdinando, «spretatosi» e tornato da Roma a Firenze per diventare Granduca dopo la morte del fratello Francesco I e dell’odiata Bianca Cappello nella villa di Poggio a Caiano, tanto che Ferdinando decise di costruirsi un «casino di caccia» sul terreno che era di fronte al piccolo borgo medievale del luogo. E proprio mentre cacciava il Granduca affidò all’architetto Bernardo Buontalenti, che cavalcava al suo fianco, l’incarico di costruire, il più rapidamente possibile la villa. Così nel 1596 il Buontalenti si mise all’opera e in quattro anni la villa fu completata, senza parco attorno, solo con un prato, proprio per godere appieno del «Barco Reale» e di quella che Ferdinando, scrivendo alla moglie Cristina di Lorena definiva «la Primavera di Artimino».

La villa ha le facciate rivolte una verso Artimino e l’altra verso Firenze, al piano terreno grandi ambienti in cui si poteva entrare anche a cavallo, così da ospitare comitive di cacciatori, sotto cantine e un tunnel scavato nella roccia che serviva anche come uscita di sicurezza, al primo e al secondo piano gli ambienti nobili e al primo piano l’aerea loggia — detta dei Paradisi ed affrescata da Domenico Cresti, il Passignano, che decorò anche gli ambienti interni — era collegata da una scala al prato che circondava la dimora. Agli angoli i quattro torrioni angolari sporgenti, che le davano un aspetto militare, e sul tetto i celebri comignoli, ognuno collegato con una stanza così da poter riscaldare i singoli ambienti, e le stanze erano arredate con cura e affrescate, come la cappellina e il Ricetto del Poggiolo, il vano per la toilette della Granduchessa.

Cuore della vita di corte erano il Salone delle Ville e il Salone delle Guerre, entrambi al primo piano. Il salone delle Ville si chiamava così perché ospitava le 17 lunette di Giusto Utens sulle ville medicee, commissionate proprio da Ferdinando che voleva fare della sua amata villa l’epicentro dei possedimenti medicei, 3 delle quali sono però andate perdute compresa quella che raffigurava la Villa di Artimino. Ancora peggio è andata con le 17 lunette per l’altro salone, raffiguranti le battaglie che avevano reso grandi i Medici e ampliato i loro domini, completamente perdute, mentre le 14 opere superstiti di Utens sulle Ville sono oggi riunite ed esposte nella Villa medicea della Petraia. La villa era anche decorata dalle «Bellezze di Artimino», oltre sessanta ritratti di nobildonne fiorentine, romane e napoletane, appartenenti alla corte medicea i cui vestiti e gioielli sono «fotografati» con precisione mostrandoci la moda del tempo. Realizzati tra il 1599 e il 1608, furono eseguiti per Cristina di Lorena, in due formati, ritratti fino al petto o fino ai gomiti e oggi conservati agli Uffizi.

Ferdinando I però ebbe poco tempo per godersi villa, cacciagioni e Primavere. Morì nel 1609, la villa passò al suo quartogenito, il principe Don Francesco e alla sua morte a Cosimo II, primogenito di Ferdinando I e nuovo Granduca, che però si recò poche volte ad Artimino. All’inizio del Seicento Galileo Galilei vi soggiornò tre mesi nel 1608 come precettore di scienze matematiche del futuro granduca Cosimo II, ma presto i Medici si disamorarono della villa. Solo da 1670, con l’inizio del governo di Cosimo III la villa tornò all’antico e non solo il Granduca vi organizzava battute di caccia, ma ne incrementò le entrate realizzando aziende agricole e ampliando do la già esistente coltura della vite, che vantava radici nel periodo etrusco. Nacque così un vino a base di Sangiovese detto «il nettare di Artimino», borgo che era nella zona di Carmignano, e Cosimo III lo ha fatto entrare nella storia della viticoltura quando il 24 settembre 1716 emanò il bando che delimitava le zone di produzione del Chianti, del Pomino, del Valdarno di Sopra e del Carmignano, fissando così le prime Doc, denominazione di origine controllata, al mondo. Violante Beatrice di Baviera, moglie di Ferdinando Maria de’ Medici, figlio primogenito di Cosimo III, fu l’ultima della famiglia Medici a frequentare Artimino e nel 1737, con la morte di Gian Gastone de’ Medici, la Ferdinanda e le proprietà medicee passarono ai Lorena.

Nel 1782 però il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena vendetta la villa a Lorenzo Bartolomei, marchese di Montegiovi, che la acquistò con tutto ciò che conteneva — tranne alcuni mobili preziosi e le lunette dell’Utens che così non sono state disperse e sono «tornate alla luce» dopo essere rimaste a lungo nei depositi granducali prima e dello Stato poi — e il marchese provvide ben presto a vendere tutti mobili. Da privato a privato i passaggi di proprietà si sono susseguiti e e oggi è sede per eventi e matrimoni. Con la villa rimasta uguale a quella pensata da Ferdinando tranne un unico cambiamento rilevante, voluto dalla contessa Carolina Sommaruga: la sostituzione della scala originale, dritta e a rampa unica come mostra una stampa settecentesca, con la scalinata a doppia rampa arcuata che l’architetto Enrico Lusini realizzò sulla base di uno schizzo del Buontalenti conservato alla galleria degli Uffizi.

Mauro Bonciani Corriere Fiorentino 15 dicembre 2024

Pubblicato in: I luoghi
Post precedente:MUSEO BYRON E DEL RISORGIMENTO
Post successivo:IL PIEMONTE DIEDE IL SANGUE PER FARE L’ITALIA

Sidebar

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

Sostieni

Sostieni liberamente le nostre attività con un bonifico bancario sul seguente conto corrente
Chianti Banca-Credito Cooperativo S.C.
IBAN IT81R0867302802000000909083

L’editoriale del direttore

La libertà e la democrazia nelle Università

Video

1875: inaugurazione del monumento a Michelangelo al Piazzale Michelangelo

Prossimi appuntamenti

1875: inaugurazione del monumento a Michelangelo al Piazzale Michelangelo

03/06/2025

FESTA DELL’INDIPENDENZA TOSCANA

18/04/2025

BUONA PASQUA

16/04/2025

Lettere al Direttore

Anche il liberale Gobetti condivideva il giudizio di Gramsci sul Risorgimento come “rivoluzione mancata”

02/02/2025

Focus

L’ingiusto declino di Giosuè Carducci

09/06/2025

Tribuna

Spadolini, vocazioni di un laico

13/06/2025

Luoghi

Via del Canneto

21/05/2025

Mostre

Tra le meraviglie di Foggini

11/04/2025

Rassegna stampa

Alla base della cultura giuridica d’occidente: LA FRANCIA DI TOCQUEVILLE

27/05/2025

Pubblicazioni

I 150 anni di Giovanni Gentile

29/05/2025

INDIFFERENZA

18/05/2025

L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’educazione non è l’ignoranza, ma l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è la bruttezza ma l’indifferenza. L’opposto della giustizia non è …

La satira (attuale) di Giusti

14/05/2025

Monumento a Giuseppe Giusti a Monsummano Terme Molti pensano che Giuseppe Giusti sia un autore di «scherzi» (come li chiamava lui), ovvero passatempi innocenti in una Toscana provinciale e sonnolenta. Invece no. …

L’Occidente è sulla via del tramonto?

01/05/2025

Negli anni Venti del Novecento ebbe successo e influenza culturale un saggio storico-filosofico, Il tramonto dell'Occidente, scritto da Oswald Spengler, allora uno sconosciuto professore di provincia tedesco. …

Una vita contro

21/04/2025

Walter Veltroni dà voce a Iris Versari, partigiana che ha scritto la Storia Il come non lo dice. E però sostiene che «la mia prima scelta, sin da subito, è stata quella di scartare il saggio o la biografia: …

La vita invisibile. Un adolescente nell’Italia delle leggi razziali

13/04/2025

La vita invisibile. Un adolescente nell'Italia delle leggi razzialNel 1938, in Italia entrano in vigore le leggi razziali, una serie di provvedimenti con cui gli ebrei italiani perdono tutti i loro diritti: i …

Se si eleva la cultura militare a valore assoluto

10/04/2025

Accademia Militare di Modena Pólemos, diceva Eraclito, è all’origine di ogni cosa, e lo storico militare Marco Mondini ha scelto di ripercorrere quasi un secolo di vita italiana (dalle battaglie di Lissa e …

1865. Sulle rive dell’Arno nasce una Firenze moderna ed europea

01/04/2025

Panorama delle rampe del piazzale Michelangelo. Foto 1880 La sistemazione del Centro di Firenze è opera che deve interessare tutti i cittadini… I diversi progetti, esposti al pubblico, presentano la necessità di …

IL PARTITO D’AZIONE IN TOSCANA

25/03/2025

Alla tradizione mazziniana e democratica del Partito d’Azione risorgimentale s’ispirò, nel riprenderne il nome, uno dei movimenti politici dell’opposizione antifascista. Alla formazione dell’ideologia di questo …

Così le donne salirono in cattedra

23/03/2025

Lavinia Mazzucchetti Michela Minesso ricostruisce il percorso di affermazione femminile in cento anni all’Università di Milano: una crescita progressiva, ma la disparità rispetto agli uomini è ancora forte È …

DI SPALLE A QUESTO MONDO

13/03/2025

" Bisognerebbe che tutte le Potenze belligeranti, nella Dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo della loro cura e che adottassero …

  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • STATUTO
  • Redazione
  • Contatti
  • Link
  • Privacy Policy

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi