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L’Opificio delle Pietre Dure

26/09/2016

copertinaL’Opificio delle Pietre Dure ha sede a Firenze  ed è un Istituto Centrale dipendente dalla Direzione generale educazione e ricerca del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La attività operativa e di ricerca dell’Opificio si esplica nel campo del restauro, della conservazione delle opere d’arte e dell’insegnamento del restauro. Il diploma che rilascia l’Opificio è equiparato al diploma di laurea magistrale. L’istituto nasce dalla fusione di due realtà diverse per storia, ma, nel tempo, divenute affini per scopi e finalità: nel 1975 con la legge istitutiva del Ministero per i beni culturali ed ambientali tutti i laboratori di restauro fiorentini (l’antico Opificio delle Pietre Dure ed i laboratori di restauro fiorentini) vennero riuniti sotto il nome e l’egida dell’Opificio delle Pietre Dure, grazie allo status di autonomia di cui l’antica istituzione già godeva.

L’antico Opificio delle Pietre Dure

Il primo nome, Opificio delle Pietre Dure, risale direttamente ad una delle antiche manifatture artigianali e artistiche di epoca granducale a Firenze, istituito nel 1588 nell’ex-convento di San Niccolò dal Granduca Ferdinando I dei Medici come manifattura di opere in pietre dure, la cosiddetta arte del commesso fiorentino, con la quale si realizzano tuttora splendidi intarsi con pietre semipreziose. In particolare il granduca aveva bisogno di formare le maestranze necessarie per realizzare la grande cappella dei Principi in San Lorenzo, coperta di marmi intarsiati. Esistevano già tuttavia maestranze deputate a tale attività almeno nei laboratori creati da Francesco I dei Medici nel Casino di San Marco, dai quali si originò poi l’Opificio.

Il commesso a differenza del mosaico non usa tessere geometriche, ma intaglia pezzi più grandi, scelti per colore, opacità, brillantezza e sfumature delle venature, creando un disegno figurato. Si realizzarono così opere d’arte di straordinario valore, dai mobili a oggetti vari, fino a copie perfette di pitture da appendere, che oggi arricchiscono i musei di tutto il mondo testimoniando la genialità e la tecnica degli artigiani fiorentini.

Alla fine del XIX secolo, con il tramonto della dinastia medicea prima e lorenese poi, cessò anche la richiesta di produzione di arredi in commesso di pietre dure e si passò dalla attività di manifattura a quella del restauro della produzione precedente. A questo tipo di attività di restauro si aggregarono altri laboratori simili per materiali su cui si interveniva, come il mosaico e le opere d’arte lapidee.

L’istituto è diviso in settori che corrispondono ai diversi materiali di cui si compongono le opere d’arte. È sede, inoltre, di una Scuola di Alta Formazione e di Studio , di un museo e di una biblioteca altamente specializzata nel settore del restauro. L’istituto è diviso in tre diverse localizzazioni:

  • la storica sede di via degli Alfani 78, che ospita i laboratori di restauro del commesso e mosaico, dei materiali lapidei, dei bronzi, delle oreficerie, dei materiali ceramici; la scuola, la biblioteca e il museo;
  • la grande sede della Fortezza da Basso, con i laboratorio di restauro dei dipinti, dei materiali cartacei, dei materiali tessili e delle sculture lignee;
  • la sala delle Bandiere in Palazzo Vecchio, per gli arazzi.

La sede storica occupa una porzione dell’antico monastero di San Niccolò di Cafaggio, soppresso nel 1783. Lo stesso granduca espresse la volontà di ridisegnare e quindi destinare il complesso a una accademia, scelta che nel corso del tempo determinò la riconfigurazione della struttura – previo progetto di riduzione redatto da Bernardo Fallani e quindi lavori diretti prima da Gasparo Maria Paoletti e poi da Giuseppe Del Rosso – e la sua destinazione ad accogliere istituzioni comunque riconducibili a questa indicazione: l’Opificio delle Pietre Dure per questa porzione e l’Accademia di Belle Arti per l’area su via Ricasoli verso via Cesare Battisti, quest’ultima a occupare anche gli spazi già dello Spedale di San Matteo. La manifattura delle pietre dure fu trasferita in questi locali pochi anni dopo, nel 1798, ma vantava una ben più antica storia.

Il Museo annesso all’Opificio delle Pietre Dure, in via degli Alfani 78, oggi moderno centro specializzato nel restauro, è diretta filiazione della manifattura artistica caratterizzata dalla lavorazione delle pietre dure, che fu ufficialmente fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici. La fisionomia del Museo non corrisponde ad una precisa volontà collezionistica, ma è piuttosto riflesso della vita e delle vicende della secolare attività produttiva. Le creazioni più prestigiose, oggetto sovente di dono da parte dei granduchi fiorentini, sono conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa, mentre nei laboratori di produzione sono rimaste opere incompiute, o risultato di modifiche e smontaggi successivi, e quanto è sopravvissuto alle dispersioni ottocentesche, che ebbero termine nel 1882 con la musealizzazione della raccolta. Questa, che comprende esemplari di grande suggestione e raffinatezza, è comunque sufficiente a delineare un percorso storico della manifattura che si snoda attraverso tre secoli. Resta inoltre una importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso. Il Museo è stato ristrutturato, su progetto di Adolfo Natalini, nel 1995. Il riordino della raccolta, curato da Anna Maria Giusti, segue un criterio tematico: nelle sale ricavate dal salone sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo postunitario. il piano rialzato del salone è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. Si può in tal modo ripercorrere il processo completo, dall’ideazione all’opera finita, e scoprire i meccanismi più intimi di un affascinante episodio di storia artistica fiorenti

Orario di apertura

  • Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.15 alle ore  14.00;
  • La Biglietteria e il bookshop chiudono  alle ore 13,30;
  • Chiuso: la domenica, i giorni festivi e il 24 giugno, festa del Patrono di Firenze

Biglietto

  • Biglietto intero:     4,00 euro
  • Biglietto ridotto:    2,00 euro 
  • Biglietto gratuito   

Riduzioni e gratuita secondo la normativa in vigore per i musei statali.

 

Pubblicato in: I luoghiTag: mondo, Turismo
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