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Impressionisti a Palazzo Pitti 12 capolavori dal Museo d’Orsay

08/10/2013

Dal prossimo 24 settembre fino al 5 gennaio 2014 Firenze ospiterà nella Reggia di Palazzo Pitti una preziosa rassegna di pittura impressionista.
12 capolavori dal Museo d’Orsay saranno esposti nel Salone da Ballo del Quartiere d’Inverno della Galleria d’arte moderna.

Lo straordinario evento è frutto di uno scambio fra i due importanti istituti museali francese e italiano.
Infatti il Museo d’Orsay, nel segno della reciprocità,  ha prestato i 12 capolavori impressionisti a seguito dell’importante contributo della Galleria d’arte moderna che ha reso possibile la realizzazione a Parigi, presso il museo de l’Orangerie dal 10 aprile al 22 luglio scorsi, della mostra “I macchiaioli des impressionistes italiens?

“Si tratta (…) di una mostra selettiva e meditata che, nel prendere le distanze dall’inflazionata usanza di esporre una “manciata” di quadri impressionisti per garantire agli organizzatori un sicuro successo ovunque nel mondo, si propone di rinnovare per i Fiorentini e per il pubblico internazionale di Palazzo Pitti l’incontro con la pittura impressionista entro la cornice dei confronti, delle suggestioni, dei ritmi dei quali solo Palazzo Pitti è depositario” (Cristina Acidini).
19 capolavori dei maggiori protagonisti del movimento toscano, oltre al prezioso Album lo Zibaldone di Telemaco Signorini, sono usciti per tre mesi dalla galleria fiorentina, l’istituzione che possiede la più importante raccolta di opere del movimento macchiaiolo. Così la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti ha voluto dare il proprio sostanziale contributo a questo scambio culturale che mette in luce sincronicità del sentire e analogie di ricerca fra artisti francesi e italiani nella seconda metà dell’Ottocento.
Due Degas, due Monet, due Cezanne, due Renoir, due Pissarro, un Fantin Latour oltre ad una opera di Paul Guigou in mostra potrebbero suggerire ulteriori strade di studio e ricerca tese a mettere in luce alcune possibili contaminazioni tra le due culture francese e toscana,  che possono aver costituito un punto di riferimento essenziale anche per le esperienze del nostro novecento.

Le opere provenienti dal Museo d’ Orsay troveranno ad accoglierle in mostra due Pissarro Il taglio della siepe e l’Approssimarsi della bufera, oltre ad un piccolo olio di Alphonse Maureau Sulle rive della Senna, che facevano parte della collezione di Diego Martelli –  critico d’arte molto vicino ai pittori macchiaioli nonché uno dei primi sostenitori in Italia dell’impressionismo –  e furono da lui legati al museo con atto testamentario del 1894.
Martelli aveva del resto sempre sperato, e lo aveva scritto più volte, di unire queste sue opere ad alcune tele di Fattori, di Gioli e di altri esponenti del movimento macchiaiolo per dimostrare, attraverso un confronto diretto tra le opere, le somiglianze tra  i due linguaggi.

La mostra non intende dare una lettura critica né trovare corrispondenze tra i diversi modi di intendere il vero ma, semplicemente, esporre queste opere impressioniste e di altri esponenti di punta dell’ Ottocento francese come una rara occasione per riflettere sul pensiero culturale e filosofico che aveva portato a risultati così moderni già verso il settimo decennio dell’Ottocento.
Risultati formali che in qualche misura possono avvicinare le idee da cui nascono le impressioni francesi a quello positivo che era sottinteso attraverso un procedimento analogico ai risultati della pittura macchiaiola.
Le opere sono state presentate attraverso il linguaggio di forma e di contenuto, suddividendo il percorso espositivo, per facilitarne la comprensione, in due sezioni diverse ma affini: la prima l’En plein air dedicata alle rappresentazioni di esterni: ai  paesaggi ed al rapporto con la luce e le sue vibrazioni, iniziando da una Lavandaia di Paul Guigou del 1860, uno studio di nudo femminile di Auguste Renoir del 1875-76, per proseguire con Camille Pissarro, Sentiero in mezzo al bosco in estate, del 1877, mentre il  L’ approssimarsi della bufera,  del medesimo anno, è della Galleria d’arte moderna così come Il taglio della siepe del 1878. Sempre di Pissarro Un angolo di giardino all’Hermitage del 1877, mentre di Claude Monet la tavola del 1875 raffigurante Les Tuileries e del 1890 La Senna a Port – Villez .
La seconda sezione, dedicata agli interni, si apre con la Lettrice del 1861, e procede con un interno di natura collettiva e sociale, la Prova di balletto sulla scena del 1874, uno dei capolavori di Edgard Degas,  poi con il Ritratto di donna con un vaso di porcellana del 1872 per giungere alle due nature morte di Cèzanne Il vaso blu del 1889-90  e Natura morta con cassetto aperto del 1877-79  e, a conclusione del percorso, un ritratto del 1911 di Augusto Renoir Gabriella con la rosa.

Biglietto

Intero € 13.00;
ridotto € 6.50

Orario

martedì – domenica 8.15 – 18.50 (ultimo ingresso alle ore 18.00), chiuso il lunedì

Pubblicato in: MostreTag: mondo, Palazzo Pitti
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