
L’iniziativa nel ricordo del disastro minerario a Marcinelle in Belgio che provocò 262 morti (136 italiani)
Un anno fa, in queste stesse pagine del Corriere della Sera, il direttore — che ringrazio — mi offriva l’opportunità di raccontare quanto la tragedia di Marcinelle rappresenti, ancora oggi, una potente e drammatica evocazione delle radici comuni del nostro Continente.
Ogni anno, dal 2001, l’Italia commemora le vittime di Marcinelle, in Belgio, in un gesto che va ben oltre la ritualità istituzionale. È un omaggio solenne e necessario a quei lavoratori italiani partiti con una valigia di speranze e purtroppo non tornati, simbolo di un’emigrazione impregnata di fatica, dignità e sacrificio. Da 24 anni, l’8 agosto è riconosciuta in Italia come «giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo»: una data che custodisce la memoria della tragedia del Bois du Cazier.
Sappiamo che Marcinelle fu una tragedia annunciata, scritta nel silenzio delle omissioni, in una miniera in cui il legno sorreggeva le gallerie e le condutture d’olio correvano pericolosamente accanto ai cavi dell’alta tensione. Come avevo scritto un anno fa, fu la prima grande sciagura della nostra Repubblica, ma fu, ancor di più, la prima tragedia collettiva dell’Europa del dopoguerra: di quell’Europa lacerata che cercava faticosamente di rialzarsi dalle proprie macerie e di immaginare una nuova fraternità fondata su valori concreti e urgenti: lavoro, sicurezza, emigrazione, giustizia, dignità.
Nel mio articolo, dichiaravo «l’Europa nasce a Marcinelle» e lanciavo la proposta di rendere l’8 agosto la giornata europea in memoria delle vittime sul lavoro e per la tutela e la dignità dei lavoratori, perché la memoria della catastròfa dell’8 agosto 1956 — così la chiamavano gli emigranti italiani — potesse diventare patrimonio condiviso e fondativo della nostra identità comune.
Quella proposta non è rimasta inascoltata. Ricordo l’adesione immediata, la sensibilità e l’impegno del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani. Da quel momento è iniziato un percorso intenso e partecipato, caratterizzato da un dialogo continuo e costruttivo con le istituzioni europee, guardando con determinazione all’obiettivo della presentazione in Parlamento Europeo della risoluzione, co-firmata da tutte le principali famiglie politiche. In qualità di presidente del Cnel, ho personalmente coinvolto il Comitato economico e sociale europeo (Cese), che ha accolto con favore l’iniziativa, esprimendo un sostegno convinto e riconoscendone l’elevato valore simbolico e politico. Ricordare Marcinelle non solo come memoria del dolore, ma come punto di partenza per riaffermare il lavoro quale pilastro fondativo del progetto europeo. L’11 aprile 2025 è stata presentata al Parlamento europeo una proposta di risoluzione per l’istituzione di una «Giornata europea in memoria delle vittime del lavoro e per la tutela e la dignità dei lavoratori», da celebrarsi ogni anno l’8 agosto.
La proposta rappresenta un importante traguardo reso possibile grazie al sostegno convinto e all’impegno profuso con competenza e passione in ogni fase del processo dai suoi firmatari: le vicepresidenti del Parlamento europeo, onorevoli Pina Picierno e Antonella Sberna, insieme all’onorevole Massimiliano Salini, vicepresidente del Gruppo del Partito popolare europeo. La co-firma di tutte le principali famiglie politiche presenti in Parlamento conferma una condivisione profonda dei valori della memoria, della sicurezza e della dignità del lavoro, di cui Marcinelle continua a essere simbolo indelebile. Il testo invita il Consiglio e la Commissione europea a «sostenere l’iniziativa per una sua adozione congiunta».
Ho personalmente rappresentato alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, l’importanza di tale proposta. Li Andersson, presidente della Commissione per l’occupazione e gli Affari sociali, competente in materia, ha trasmesso lo scorso 16 luglio una lettera alla vicepresidente della Commissione europea, Roxana Minzatu, contenente il parere favorevole all’istituzione della Giornata, invitando formalmente la Commissione a considerarne l’adozione.
Oggi siamo all’ultimo miglio. Quello che inizialmente era un sogno è divenuto una prospettiva concreta, condivisa e sempre più vicina. Una giornata che, oltre al doveroso ricordo della tragedia, assume un forte valore simbolico: voler celebrare l’Europa del lavoro, della tutela e della dignità dei lavoratori. L’Europa della coesione.
Un atto dovuto, in memoria di quello che rappresentano i 262 minatori vittime di questa tragedia: 136 italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 3 ungheresi, 2 francesi, un inglese, un olandese, un russo e un ucraino. L’istituzione di una Giornata Europea, proprio dedicata alla memoria delle vittime del lavoro e alla promozione dei diritti e della tutela dei lavoratori, rappresenterebbe un «atto fondativo» capace di riaffermare l’umanesimo europeo nel momento in cui se ne sente più urgente il bisogno. In un tempo, quale è il nostro, segnato da transizioni e da trasformazioni profonde, da nuove fratture sociali, da scenari geopolitici e economici complessi, l’Europa è chiamata a riscoprire il senso autentico della propria unità: non solo economica o istituzionale, ma umana, storica, culturale e, non da ultimo, valoriale!
L’8 agosto del 2026, a settant’anni di distanza, Marcinelle, con la sua tragica eredità, può diventare uno dei «luoghi-simbolo» di questa consapevolezza, per commemorare le vittime del lavoro e promuovere la tutela e la dignità dei lavoratori. In un tempo in cui l’Europa è chiamata a riscoprire il senso profondo della sua unità, Marcinelle può e deve essere uno dei luoghi della memoria che concorrono a costruire il nostro futuro europeo. Un futuro europeo non potrà mai dirsi compiuto se non sarà, prima di tutto, un futuro giusto e dignitoso per tutti, in primis per chi lavora.
Renato Brunetta Corriere della Sera 7 agosto 2025



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