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Custoza, memoria condivisa

08/08/2016

Italia Ebraica Agosto 2016

 

“Rendendo omaggio al nostro antenato vogliamo ricordare lo straordinario contributo che gli ebrei italiani seppero dare al paese in tanti momenti decisivi della sua storia. Un contributo non ancora conosciuto e compreso a sufficienza, malgrado l’impegno profuso in questi anni per far luce su alcune vicende”.

Dell’illustre antenato, Riccardo Di Capua porta il cognome. E a casa sua, in Florida, conserva da sempre un libro di preghiere che l’avo non mancava di portare con sé anche nei luoghi di scontro. Un attaccamento identitario che è emerso tra gli elementi di maggior significato della cerimonia organizzata a Custoza, in occasione del centocinquantesimo anniversario della celebre battaglia, in memoria di Moise Di Capua.

Ebreo romano, luogotenente della 29esima fanteria, Di Capua fu ferito e morì alcuni giorni dopo a Verona. Proprio dalla città scaligera, con il fondamentale contributo della locale Comunità ebraica, in particolare del suo presidente Bruno Carmi, è partito negli scorsi mesi un importante lavoro di riscoperta della sua figura, già onorata sulla facciata del Tempio Maggiore di Roma insieme agli altri ebrei capitolini caduti per la patria in quella grande stagione di impegno che avrebbe segnato le sorti della giovane nazione.

“Di Capua israelita e italiano alla duplice redenzione, mente e braccio sacrò con animo invitto l’italiche guerre combattendo. Caduto da forte, dopo quattro giorni di agonia, Dio, Vittorio, Italia invocando, sorgendo l’alba della libertà nazionale, la libertà celeste conseguiva” lo ricorda un’iscrizione datata nel Tempio della Comunità veronese.

Oggi la figura di Moise Di Capua torna ad essere patrimonio memorialistico per Verona, ma anche per l’Italia intera. Grande l’emozione dei discendenti che hanno partecipato all’iniziativa, tra cui la famiglia Piperno di Roma. E prezioso l’apporto dei diversi protagonisti di un lavoro di riscoperta che ha portato al restauro della stele nel cimitero ebraico, presso cui il rabbino Yosef Labi ha condotto una preghiera, e all’organizzazione di una densa occasione di approfondimento sul ruolo degli ebrei italiani nel Risorgimento tenutosi nella sede della Società Letteraria.

Tra i partecipanti il collaboratore di Pagine Ebraiche e www.moked.it Alberto Cavaglion, che ha illustrato il processo che, con lo Statuto Albertino del 1848, estese i diritti di cittadinanza agli ebrei italiani, consentendo loro, quindi, di intraprendere anche la carriera militare.

“Il sacrificio del luogotenente Di Capua – ha detto il sindaco Flavio Tosi, intervenendo davanti alla stele del soldato – è uno dei tanti che la comunità ebraica ha tributato all’Italia, partecipando alla costruzione del Risorgimento con soldati e ufficiali ebrei italiani. È inoltre la dimostrazione che popoli e comunità  di religioni e convinzioni differenti possono e devono unirsi a favore della stessa causa”.

Nella foto i rappresentanti delle istituzioni, della Comunità veronese, storici, discendenti di Moise Di Capua, riuniti nel cimitero ebraico  il 15 giugno 2016 per rendere omaggio al combattente romano ferito a Custoza e morto alcuni giorni dopo nella città scaligera
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