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Si deve vigilare sulle grandi opere, ma non vagheggiare un ideale ritorno al Medioevo!

03/09/2018 da Sergio Casprini

Caro Direttore,

un breve commento sull’editoriale di settembre sul sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento La Paura della Modernità. (https://www.risorgimentofirenze.it/paura-della-modernita-2/)

Hai perfettamente ragione. I giganteschi passi del gambero che cercano di far fare alla società italiana, vedi l’incredibile vicenda dei vaccini che ha costituito perfino una base elettorale vincente, sono in linea con quanto dici. Quando fu costruita la prima ferrovia in Toscana, la Leopolda tra Firenze e Pisa, i contadini sparavano sulle locomotive convinti che il fumo fosse responsabile dei danni all’uva causati invece dalla peronospera.

Stando a quei cervelli anche la costruzione di una mulattiera sarebbe distruzione dell’ambiente. L’uomo ha modificato il paesaggio per migliorare la vita. Ciò non vuol dire che non si debba vigilare sulle distruzioni reali delle risorse vitali, ma neppure vivere in un continuo ideale ritorno al medio evo mentre gli altri paesi hanno già costruito da tempo infrastrutture.

C’è anche il risvolto della corruzione, è vero ed è reale, ma questo attiene anche al vuoto di democrazia che fa sparire i controlli. In più la foia delle privatizzazioni -all’inseguimento della deregulation reaganiana – ha fatto sì che lo Stato perdesse il controllo dei settori strategici e cioè facesse il contrario di quando il centro-sinistra nazionalizzò l’energia elettrica. Fosse stata in mano ai privati, per qualche decennio ci sarebbero state zone del paese senza luce perché alle società non conveniva cablare.

 Per darsi un’idea è come la perdita del calcio avvenuta in questi giorni (per inciso, ho disdetto il pacchetto Sky in segni di protesta e seguirò il mio Livorno alla radio).

Cari saluti,

Fabio Bertini

 

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