
LETTERE AL DIRETTORE Corriere della Sera 17 novembre 2025
Caro direttore, purtroppo in questi giorni l’Ucraina è in grave difficoltà. L’assedio russo si sta facendo sempre più stringente verso Pokrovsk e Zaporizhzhia. Però non vedo nessuna dimostrazione a favore del popolo ucraino e nessun politico che affronti l’argomento. Per la Palestina c’è stato un movimento fortissimo, sia spontaneo che pilotato. Significa che delle sorti dell’ucraina non interessa a nessuno o peggio che si appoggia l’invasione di Putin? Alessandro Garanzini
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Caro direttore, Trump si era impegnato in campagna elettorale a far finire la guerra in Ucraina in pochi giorni e stiamo assistendo alla recrudescenza del massacro (chiamiamolo per nome) da parte dei russi in questi giorni. Lasciamo perdere gli americani che sembrano non pervenuti ma dove sono tutti gli organizzatori di manifestazioni per la pace? C’è qualche idea che questa guerra sia molto più pericolosa per tutti noi europei che quella – con tutto il rispetto – della striscia di Gaza? Dove è finita l’Europa? Ma soprattutto c’è qualcosa che i — pochi ormai credo — cittadini preoccupati e inorriditi da questa situazione possono fare? Massimo Merli
Cari Garanzini e Merli,
Rispondo insieme alle due lettere che pongono temi simili. Sì, è davvero sconfortante che non si vedano manifestazioni e bandiere in piazza in difesa di un popolo invaso dall’armata russa e proteste indignate per i civili che cadono ogni giorno sotto gli attacchi con missili e droni. Credo che dipenda, in primo luogo, da un’adesione (evidente o sotterranea) non tanto piccola verso la narrazione dei russi: l’attacco è colpa della Nato che ha assediato la Russia; non vale la pena aiutare gli ucraini che, secondo la propaganda putiniana, sono eredi del nazismo. Basta sfogliare qualche giornale o guardare qualche talk show per rendersi conto quanto queste posizioni siano presenti.
Aggiungiamo altri due elementi: 1) in Italia esistono partiti filorussi che non nascondono nemmeno troppo le loro simpatie. 2) la grande e giusta mobilitazione per Gaza aveva, oltre che una componente pacifista e ideale, anche motivazioni interne di contrapposizione al governo Meloni (che nella partita ucraina non esistono).
Insomma conflittualità politica interna e giustificazionismo verso i russi sono i pilastri solidi che ci impediscono di cogliere la gravità per l’Europa e per il nostro futuro di quello che sta accadendo in Ucraina. Sembra quasi che non si veda l’ora che Zelensky si arrenda per tornare ai nostri vecchi rapporti con Mosca. Pochi hanno avuto voglia di ascoltare quanto Putin ci ha detto chiaramente: questa è una guerra contro Kiev ma anche contro l’Europa. Il nemico siamo noi, è l’ora di prenderne coscienza. Per sostenere fino in fondo l’Ucraina e per trovare una pace onesta e sicura per tutto il continente. Luciano Fontana

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