• Passa al contenuto principale
  • Skip to after header navigation
  • Skip to site footer
Risorgimento Firenze

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

L’orgoglio politico da ritrovare. C’era una volta un bel paese.

26/07/2013

italia-belpaese

Ernesto Galli Della Loggia  dal Corriere della Sera  15 luglio 

La chiusura di un antico negozio di provincia e un incontro per festeggiare la lunga carriera di un uomo di cinema: perché mai un giornale dovrebbe occuparsi di fatti del genere se non nelle cronache minori? È vero, ma forse la condizione di un Paese la si intende meglio proprio dai fatti all’apparenza minori. Dove la realtà appare più vera e colpisce più immediatamente magari perché capita, come in questo caso a chi scrive, di esserle stati in qualche modo vicino.

Entrambi i fatti di cui voglio dire hanno per teatro l’Umbria. A Perugia (una città che conosco bene per averci insegnato a lungo) ha appena chiuso i battenti – per le ragioni solite: un centro storico ormai semideserto, il costo del lavoro troppo alto, un livello qualitativo che ormai è richiesto da un sempre minor numero di clienti – un’antica pasticceria, la pasticceria «Sandri». Come altri negozi del suo genere sparsi qua e là nella Penisola, era stata fondata da un cittadino svizzero subito dopo l’Unità, e, rimasta a tutt’oggi di proprietà di una famiglia d’Oltralpe, ancora esibiva nel grazioso affresco ottocentesco che ornava in alto le sue pareti la croce bianca in campo rosso della Confederazione.
Dal punto di vista dell’arte dolciaria e gastronomica era un luogo di «eccellenze», come si dice oggi. Assai più contava però il suo essere da sempre punto d’incontro e di ritrovo dell’élite cittadina; ma non solo: con il tempo, infatti, «Sandri» era divenuto un luogo di autoriconoscimento dell’intera comunità, un luogo della sua identità.

Più o meno nei medesimi giorni e a poche decine di chilometri – ecco il secondo fatto «minore» di cui dicevo all’inizio – il Festival di Spoleto ha festeggiato Enrico Medioli, uno dei più importanti scrittori del nostro cinema (e poi anche della televisione): sceneggiatore di film memorabili, in specie di Visconti, che restano tra le glorie artistiche di questo Paese: Rocco e i suoi fratelli , Il Gattopardo , La caduta degli dei . È stato festeggiato con la proiezione di un documentario che ne ha ripercorso la carriera. Nel buio del piccolo teatro rivisse così quella mattina, attraverso alcune immagini delle opere ricordate sopra, attraverso i ricordi intrisi d’intelligenza e d’ironia dello stesso Medioli e di tanti che avevano lavorato con lui, una grande pagina della storia culturale italiana. Quella del nostro cinema dei decenni postbellici: con la sua passione e il suo amore per le cose e la storia del Paese ma anche con la sua conoscenza delle cose e della storia del mondo; con la qualità artistica dei suoi uomini e delle sue donne; con il gusto e la suprema abilità artigiana dei suoi costumisti, arredatori, sarti, scenografi.
Ma che ne è oggi di tutto questo? Dov’è andata a finire l’Italia della pasticceria «Sandri» o quella in cui Visconti girava i suoi film? La risposta ha un tono inevitabile d’angoscia: svanisce, e già ne stiamo quasi perdendo il ricordo. Svanisce l’Italia delle cento città, l’antica, degna Italia provinciale insieme ai luoghi simbolici della sua socialità. Stravolta, come a Perugia e in mille altri luoghi, da politiche urbane demenziali, dall’arroganza distruttrice di una «gente nova» quasi sempre di origine politica o alla politica in mille modi collegata, abbandonata da una borghesia incolta e indifferente. Ma insieme a lei svanisce anche l’Italia moderna del Novecento, e agonizza quella cultura – il cinema, appunto – che per antonomasia ne accompagnò la straordinaria ascesa. Marghera, Mirafiori, Bagnoli, Sesto San Giovanni, Terni, l’Ilva sono i cimiteri, ormai abbandonati o quasi, del suo grande apparato industriale di un tempo, i cimiteri del suo grande sogno di stare alla pari con la parte più avanzata del Continente.

Un sogno che sembra finito: dappertutto, da Nord a Sud, non si contano le fabbriche ormai silenziose, così come non si contano lungo le strade le saracinesche abbassate dei negozi chiusi. Mentre a questa paralisi che avanza fanno da simbolico contrappunto l’eguale abbandono di Cinecittà, la desolazione produttiva e di idee di quella che un tempo fu la Rai, le tante librerie che scompaiono.

È un’intera, lunga pagina della nostra vicenda nazionale quella che oggi sembra chiudersi. Una grande pagina: la cui fine non solo si ripercuote drammaticamente sulla vita concreta di tanti, ma si accompagna all’aprirsi di un vuoto angoscioso, anche se spesso inconsapevole, nel cuore e nella mente di tutti. L’angoscia di avere imboccato la via verso un precipizio senza sapere se e quando riusciremo a fermarci.

Ma la politica, la politica, percepisce questo vuoto? Avverte questa angoscia? Nella crisi italiana il discorso torna necessariamente, implacabilmente, sempre allo stesso punto: alla politica. Più che mai le chiacchiere sulla società civile stanno a zero, infatti: più che mai l’Italia è condannata alla politica. Perché solo da lì possono venire non il miracolo ma innanzi tutto la parola, l’indicazione di marcia, la speranza di un futuro. Come ci ha spiegato a suo tempo Michael Walzer, l’Esodo degli ebrei dall’Egitto sotto la guida di Mosè è l’archetipo politico di ogni situazione sociale in cui è necessario rompere con il passato, imboccare arditamente vie nuove. Abbiamo forse, allora, bisogno di profeti? Ebbene sì, oggi l’Italia ha bisogno di profeti. È sbagliato farsi spaventare dalle parole: non sta scritto da nessuna parte, infatti, che non possano esserci profeti democratici: Roosevelt e anche De Gasperi a loro modo lo furono. Così come non sta scritto da nessuna parte che non possano esserci anche partiti capaci di spirito e di capacità profetica. Che poi vuol dire nient’altro che la capacità di trasmettere convinzione, fiducia, coraggio. Ma la capacità di farlo, vivaddio, uscendo dal consueto, osando modi e gesti inediti, dando segni emozionanti di rottura: che cosa c’è mai di così pericoloso in tutto questo, mi chiedo, per la democrazia? Nei momenti di crisi è piuttosto la banalità, il tran tran, il conformismo ripetitivo delle frasi fatte, ciò che uccide la democrazia. Consegnando i suoi cittadini – come sta accadendo oggi in Italia – alla passività, alla sfiducia e al disprezzo per la politica.

Pubblicato in: TribunaTag: mondo
Post precedente:Dal 16 luglio ‘Bruno Rosai a Pian dei Giullari’ alla Biblioteca Spadolini
Post successivo:Girolamo Savonarola – Trattato sul governo di Firenze

Sidebar

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

Sostieni

Sostieni liberamente le nostre attività con un bonifico bancario sul seguente conto corrente
Chianti Banca-Credito Cooperativo S.C.
IBAN IT81R0867302802000000909083

L’editoriale del direttore

La libertà e la democrazia nelle Università

Video

1875: inaugurazione del monumento a Michelangelo al Piazzale Michelangelo

Prossimi appuntamenti

1875: inaugurazione del monumento a Michelangelo al Piazzale Michelangelo

03/06/2025

FESTA DELL’INDIPENDENZA TOSCANA

18/04/2025

BUONA PASQUA

16/04/2025

Lettere al Direttore

Anche il liberale Gobetti condivideva il giudizio di Gramsci sul Risorgimento come “rivoluzione mancata”

02/02/2025

Focus

L’ingiusto declino di Giosuè Carducci

09/06/2025

Tribuna

Spadolini, vocazioni di un laico

13/06/2025

Luoghi

Via del Canneto

21/05/2025

Mostre

Eugenio Cecconi. Giornate di caccia e di colore

20/06/2025

Rassegna stampa

Alla base della cultura giuridica d’occidente: LA FRANCIA DI TOCQUEVILLE

27/05/2025

Pubblicazioni

Il senso profondo dell’unificazione

15/06/2025

Adelaide Cairoli e la tragica fede garibaldina

22/05/2025

1869. Adelaide Cairoli con i ritratti dei figli morti Un Risorgimento tutto al femminile, quello che Antonio Gibelli, storico illustre dell’Università di Genova, racconta ne Il corpo degli eroi sulla base di un …

INDIFFERENZA

18/05/2025

L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’educazione non è l’ignoranza, ma l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è la bruttezza ma l’indifferenza. L’opposto della giustizia non è …

La satira (attuale) di Giusti

14/05/2025

Monumento a Giuseppe Giusti a Monsummano Terme Molti pensano che Giuseppe Giusti sia un autore di «scherzi» (come li chiamava lui), ovvero passatempi innocenti in una Toscana provinciale e sonnolenta. Invece no. …

L’Occidente è sulla via del tramonto?

01/05/2025

Negli anni Venti del Novecento ebbe successo e influenza culturale un saggio storico-filosofico, Il tramonto dell'Occidente, scritto da Oswald Spengler, allora uno sconosciuto professore di provincia tedesco. …

Una vita contro

21/04/2025

Walter Veltroni dà voce a Iris Versari, partigiana che ha scritto la Storia Il come non lo dice. E però sostiene che «la mia prima scelta, sin da subito, è stata quella di scartare il saggio o la biografia: …

La vita invisibile. Un adolescente nell’Italia delle leggi razziali

13/04/2025

La vita invisibile. Un adolescente nell'Italia delle leggi razzialNel 1938, in Italia entrano in vigore le leggi razziali, una serie di provvedimenti con cui gli ebrei italiani perdono tutti i loro diritti: i …

Tra le meraviglie di Foggini

11/04/2025

Una mostra monografica celebra l’architetto e scultore granducale che fece scuola a Firenze. Nel costruire l’impalcatura della rassegna Giovan Battista Foggini (1652-1725) architetto e scultore granducale, dal …

Se si eleva la cultura militare a valore assoluto

10/04/2025

Accademia Militare di Modena Pólemos, diceva Eraclito, è all’origine di ogni cosa, e lo storico militare Marco Mondini ha scelto di ripercorrere quasi un secolo di vita italiana (dalle battaglie di Lissa e …

1865. Sulle rive dell’Arno nasce una Firenze moderna ed europea

01/04/2025

Panorama delle rampe del piazzale Michelangelo. Foto 1880 La sistemazione del Centro di Firenze è opera che deve interessare tutti i cittadini… I diversi progetti, esposti al pubblico, presentano la necessità di …

IL PARTITO D’AZIONE IN TOSCANA

25/03/2025

Alla tradizione mazziniana e democratica del Partito d’Azione risorgimentale s’ispirò, nel riprenderne il nome, uno dei movimenti politici dell’opposizione antifascista. Alla formazione dell’ideologia di questo …

  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • STATUTO
  • Redazione
  • Contatti
  • Link
  • Privacy Policy

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi