• Passa al contenuto principale
  • Skip to after header navigation
  • Skip to site footer
Risorgimento Firenze

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

La donna che seppe prendere la moda per la vita

13/10/2024

Rosa Genoni

Per farsi sentire in una casa con 18 bambini la soluzione non è urlare, ma andarsene. È questo che fece Rosa Genoni, la prima di quei 18 piccoli, quando lasciò la famiglia e le colline valtellinesi di Tirano per Milano. Lì abitava la zia, che le assicurava pasti caldi ma anche un massacrante lavoro da “piscinina”, piccola assistente, nel suo atelier per dame metropolitane. Rosa Genoni sapeva di avere una voce potente e nonostante gli anni passati a trascinare pacchi di vestiti per la città, pesanti da piegare la schiena delle ragazzine, come nel ritratto dolce e tremendo di Emilio Longoni, (la Piscinina 1891) riuscì a farla sentire. Anzi, furono proprio quei pacchi ad aiutarla.

Di Rosa Genoni si è tornato a parlare poco più di dieci anni fa, grazie alla nipote, Raffaella Podreider, che dopo la pensione ha deciso che era finalmente tempo di salvare dall’oblio questa figura monumentale ma dimenticata della nostra moda. Fra Otto e Novecento Genoni fu infaticabile promotrice di una moda “italiana” per stile e produzione, esaltazione dell’alto artigianato, libera dai diktat francesi e mezzo di liberazione per le donne: «Il figurino di Parigi, che rende spesso l’italiana una bambola, la moda inglese che la dissecca e l’irrigidisce, quella tedesca che l’infagotta, non sono adatti alla nostra indole etnica e storica, alle nostra tradizioni d’arte, al nostro tipo fisico», scrive nel 1908 su «Vita femminile italiana». La moda di Parigi Genoni l’aveva studiata da vicino, quando nel 1884 andò a Parigi per conto del partito socialista milanese (la piscinina aveva trovato tempo e forza di imparare il francese alle scuole serali) e negli atelier vide cascate di tessuti, ricami, merletti fatti da mani di oscure artiste domestiche in Italia trasformarsi nella couture più desiderata.

Il ritorno in Italia è una missione: ridare dignità e indipendenza alla moda italiana. Lo stile si rifarà all’arte del Medioevo e del Rinascimento, ma anche dai costumi regionali. All’Expo di Milano del 1906 organizza un proprio mini-padiglione con abiti ispirati a Botticelli e Pisanello, e diffonde un opuscolo “al visitatore”, il suo manifesto: la moda italiana scaturisce e si alimenta dall’incontro fra creazione della mente e azione delle mani. È l’alta artigianalità, oggi cuore della narrativa di quasi tutti i marchi del lusso. Prova a diffondere questa visione nell’atelier milanese di H. Haardt e Figli, dove nel frattempo è diventata première, ma le signore inorridiscono alla proposta di abiti “italiani”. Nella città in cui i fratelli Bocconi chiamano “Aux Villes d’Italie” i loro primi grandi magazzini, lei pubblica una fantasiosa ma efficace intervista a un sarto francese che dice: «Voi siete i primi artisti nell’arte decorativa, ma siete anche gli unici a non essersene accorti». La missione è difficile, ma non impossibile: prima dell’abito futurista di Giacomo Balla, lei firma lo stile “sport”, culmine della rivoluzione contro corsetti e crinoline già avviata con gli abiti Tanagra, dai drappeggi comodi ed eleganti ispirati a quelli delle statuine ellenistiche trovate in Beozia. Mentre a Parigi Coco Chanel sta iniziando a riflettere sugli stessi temi, Genoni indossa un Tanagra al primo congresso nazionale delle donne italiane nel 1908, per parlare della moda come forza di liberazione per le donne e per il Paese.

Un anno dopo, anche grazie a lei, nasce a Milano il Comitato per la moda di pura arte italiana, prima associazione di settore che anticipa di 70 anni l’incontro – sempre in Lombardia – fra creatività e aziende, visto che è animato da imprenditori tessili come Lanerossi, Jesurum, Clerici. Ma non sono solo le dame le agenti della rivoluzione Genoni, che alla Società Umanitaria tiene il primo corso di storia del costume e apre una scuola di sartoria per detenute a San Vittore. Arriva il fascismo a chiederle fedeltà, lei gliela nega e si ritira a Sanremo. La sua voce si spegnerà nel 1954, tre anni dopo le prime sfilate di moda italiana organizzate da Bista Giorgini a Palazzo Pitti. Resta poco più di un fantasma, finché arriva la nipote Raffaella. Forse l’Italia, la moda, sono finalmente pronte a riscoprire Rosa Genoni, ed ecco le piazze intitolate, libri dai titoli volitivi (Indossare la battaglia, La donna che odiava ai corsetti), la prima vera mostra appena chiusa a Palazzo Zuckermann a Padova, un progetto per ricordarla anche in Australia, terra dei sogni dove spedì alcuni di quei tanti, chiassosi fratelli che per sua e nostra fortuna l’avevano cacciata di casa.

Chiara Beghelli   Sole 24 Ore 13 ottobre 2024

Rosa Genoni all’Expo di Milano del 1906

Pubblicato in: Focus
Post precedente:QUATTRO MATRIMONI E UNA BIBLIOTECA
Post successivo:Convegno “La morte di Giacomo Matteotti nel clima politico della Firenze degli anni 20 del novecento”

Sidebar

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

Sostieni

Sostieni liberamente le nostre attività con un bonifico bancario sul seguente conto corrente
Chianti Banca-Credito Cooperativo S.C.
IBAN IT81R0867302802000000909083

L’editoriale del direttore

Natale in Ucraina

Video

Il video della presentazione nella sala Firenze Capitale del libro CENNI DAL LONTANO PASSATO

Prossimi appuntamenti

Storia versus Barbarie

19/11/2025

1865 – 1870 FIRENZE CAPITALE. La Certosa e l’eversione dell’asse ecclesiastico

29/09/2025

Società e cultura in Toscana dal Congresso di Vienna alla prima Guerra d’Indipendenza (1815/1848) 

20/09/2025

Lettere al Direttore

L’11 AGOSTO 1944, la Liberazione di Firenze, va sempre  celebrata per ricordare il sacrificio dei tanti partigiani che morirono  per la liberazione dell’Italia dal regime nazifascista.

12/08/2025

Focus

PERCHÉ NON CI SONO MANIFESTAZIONI IN DIFESA DEI CIVILI UCRAINI UCCISI?

17/11/2025

Tribuna

ALLA SCOPERTA DI PIETRO LEPOLDO. Le compagnie religiose soppresse, documenti e storia ritrovati

11/11/2025

Luoghi

Via del Canneto

21/05/2025

Mostre

Belle Époque

22/10/2025

Rassegna stampa

LA LAPIDE DI MODENA E L’ITALIA CHE NON ESISTE PIÙ

04/12/2025

Pubblicazioni

Il caso Renan. La prima guerra culturale dell’Italia unita

03/11/2025

LE TROPPE “EDUCAZIONI” RICHIESTE ALLA SCUOLA ITALIANA

01/11/2025

La mente non ha bisogno come un vaso di essere riempita, ma piuttosto come legna di una scintilla che l'accenda e vi infonda l'impulso della ricerca e un amore ardente per la verità. Plutarco, Moralia Mercoledì …

Il segno delle donne di fine Ottocento

26/10/2025

ERSILIA BRONZINI Tra storia e romanzo. Lucia Tancredi racconta le vicende di Ersilia Bronzini e delle altre protagoniste che a Milano cambiarono volto alla società con la mensa dei poveri, la guardia ostetrica, …

La prima guerra civile. Rivolte e repressione nel Mezzogiorno dopo l’unità d’Italia

21/10/2025

In questa ricostruzione storica, rigorosa e appassionante, Gianni Oliva ripercorre quella che fu la prima, drammatica guerra civile italiana. E lo fa senza indulgere nella retorica neoborbonica né dar credito ai …

POST-OCCIDENTE. Come il 7 ottobre riscrive la nostra storia

09/10/2025

Il 7 OTTOBRE ridisegna la storia. Allineati con il Sud del mondo, anche in Occidente molti condividono le ragioni che hanno scatenato il pogrom, e accusano Israele di genocidio. Sono così chiamati in causa i …

Sicurezza, quiete pubblica e decoro urbano: tre emergenze per Firenze

01/10/2025

Dal numero delle città immaginabili occorre escludere quelle i cui elementi si sommano senza un filo che li connetta, senza una regola interna, una prospettiva, un discorso. È delle città come dei sogni: tutto …

XX SETTEMBRE

22/09/2025

XX SETTEMBRE Oggi qui ricordiamo la Breccia di Porta Pia che unì Roma all’Italia e significativamente a 80 anni dalla fine della II guerra Mondiale per la prima volta si ricordano gli IMI, quei 600000 soldati e …

ll tramonto del passato. La crisi della storia nella società contemporanea

19/09/2025

Nelle società democratiche non è soltanto la storia in quanto disciplina ad essere in crisi. È in realtà la percezione stessa del passato che – per una serie di cause analizzate in questo libro – va scomparendo, a …

CHE SENSO HA FARE IL PROCESSO AL PASSATO

14/09/2025

Florence Henri, Composizione – La gloria che fu della Grecia, 1933 c., fotomontaggio È stato Eric Hobsbawm nel suo testo più noto – Il secolo breve – a sottolineare come gli anni 60 del Novecento abbiano segnato …

Il Cubo Nero nel cielo di Firenze

01/09/2025

 Concinnitas: armonia dello stile o del discorso, che risulta da una conveniente disposizione delle parole e dei suoni e ha insieme eleganza e semplicità» (Vocabolario on line Treccani). In origine il termine …

Cinquant’anni fa la morte di Carlo Levi, antifascista a Firenze

27/08/2025

Carlo Levi Autoritratto 1941/ 45 Nel capoluogo toscano lo scrittore torinese morto 50 anni fa scrisse «Cristo si è fermato a Eboli» e fu lì che venne arrestato e incarcerato alle Murate nel 1943 come «ebreo …

  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • STATUTO
  • Redazione
  • Contatti
  • Link
  • Privacy Policy

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi