• Passa al contenuto principale
  • Skip to after header navigation
  • Skip to site footer
Risorgimento Firenze

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

IL RUOLO CHE MERITA LA SCUOLA

26/08/2024

Gli insegnanti hanno un doppio compito: diffondere conoscenza ed educare ai principi della convivenza

Prediche inutili le definiva Luigi Einaudi. L’interessante confronto pubblico sullo ius scholae forse lo sarebbe di più se i suoi animatori, da una parte e dall’altra, non si fidassero solo dei loro ricordi scolastici, sapessero che cosa sia oggi la scuola in Italia. Giusta, in linea di principio, l’idea che, cittadinanza o meno, la scuola sia il luogo in cui vengono apprese (in cui si dovrebbero apprendere) le regole della convivenza civile. È alla scuola che si affida il doppio compito di diffondere conoscenze e di educare al rispetto delle norme sociali vigenti. Un doppio compito assai delicato in una società mono-etnica e che lo è ancor di più laddove essa lasci il campo alla multietnicità. La scuola è il lungo in cui si decide il futuro di una società multietnica: pacifica convivenza oppure conflitto fra l’etnia maggioritaria e le altre. Sfortunatamente, in Italia lo stato della scuola, e per essa la qualità dei processi educativi, anche nell’età mono-etnica, non interessava a nessuno tranne che agli operatori del settore. Se ne disinteressavano gli intellettuali, troppo snob per abbassare il loro aristocratico sguardo su come funzionavano una scuola elementare o un liceo. Se ne disinteressavano gli italiani in genere, anche quelli con figli, diseducati dall’idea che l’unica cosa che contasse fosse il «pezzo di carta» e non ciò che apprendevano alunni e studenti.

Per conseguenza, se ne lavava le mani la classe politica: in democrazia ci si occupa solo di ciò che interessa agli elettori. A questi, per lo più, premevano le promozioni facili, non la qualità dell’istruzione. Naturalmente, il declino demografico ha fatto il resto: se si fanno sempre meno figli, alla scuola l’opinione pubblica assegna un ruolo marginale. Una società che invecchia è interessata solo al presente (pensioni e sanità), non al futuro (i processi educativi).

Come si è detto, alla scuola spetterebbe un doppio compito: diffondere conoscenza (istruzione in senso proprio), educare ai principi della convivenza. Doppio compito difficile da svolgere comunque e che diventa difficilissimo, e a volte anche esplosivo in una società multietnica. L’unico strumento di cui disponiamo per valutare la qualità delle scuole, e delle conoscenze che sono in grado di trasmettere, sono i test Invalsi. Quale posto avrà nella società del futuro quell’immigrato che ha la sfortuna di frequentare certe scuole in cui si impara poco ma si esce comunque diplomati con il massimo dei voti? Un altro semi-analfabeta, defraudato delle risorse che la scuola avrebbe potuto dargli e che andrà a aggiungersi ai semi-analfabeti indigeni che escono dalle stesse scuole. Tecnicamente è ciò che si definisce «analfabetismo funzionale». Gli effetti negativi di questa impreparazione si ripercuoteranno poi ovunque. Su tutti. Fortunatamente, come proprio i test Invalsi dimostrano, non tutte le scuole sono così. Accanto a insegnanti che dovrebbero essere cacciati ce ne sono molti altri bravi che fanno con competenza, serietà e passione il loro lavoro. Ma i test Invalsi ci dicono anche che, se non fosse perché nessuno ha voglia di colpire certe clientele o entrare in rotta di collisione con certi sindacati della scuola, la qualità del corpo insegnante dovrebbe essere da tempo una priorità nelle agende dei governi. E l’opposizione avrebbe dovuto, proprio su ciò, incalzarli. Per le ragioni sopra dette, purtroppo, è quanto, qui da noi, non può accadere.

Veniamo al punto più delicato in una società multietnica: la trasmissione dei principi della convivenza civile. Gli insegnanti, oggi abbandonati a sé stessi, dovrebbero essere addestrati per fronteggiare il problema. Può accadere che un insegnante bravo, anche bravissimo, quando trasmette agli alunni le sue conoscenze specialistiche, commetta errori madornali quando si tratta di gestire in classe i rapporti interetnici. Non è detto che egli contribuisca a preparare un futuro di convivenza pacifica. Si ricordi che quell’aberrazione che è la cancel culture, con la sua ostilità nei confronti della cultura occidentale, è nata, nel mondo anglosassone, proprio nell’ambito delle istituzioni educative (scuole, università). E si sta diffondendo in tutto l’occidente. Servirebbero insegnanti capaci di trasmettere l’idea che il rispetto delle diverse culture valga solo se e finché non vengono messi in discussione i principi di uguaglianza (dei singoli cittadini, non delle etnie) di fronte alla legge e di tutela della libertà individuale. Principi su cui si fonda la società occidentale e che nessuno ha il diritto di calpestare. Ha scritto Giovanni Sartori, un grande studioso di politica i cui interventi sul Corriere molti lettori ricordano, che, mentre il pluralismo è il sale della democrazia, il cosiddetto «multiculturalismo» (che divide la società in tante sotto-società chiuse e non comunicanti) ne è invece la negazione. Occorrono insegnanti che non si battano il petto, che non esternino di fronte agli alunni ridicoli e antistorici rimorsi per le presunte colpe dell’occidente. È grazie a cattivi maestri di questo tipo che è nata la cancel culture. La loro presenza impedisce che si affermi il rispetto reciproco fra persone di diversa storia e provenienza.

Insomma, una società multietnica richiede sia da parte degli operatori sia da parte di coloro che governano i processi educativi, competenza, lungimiranza e intelligenza. È lecito chiedersi se ne saremo capaci.

Angelo Panebianco Corriere della Sera 26 agosto 2024

Pubblicato in: Tribuna
Post precedente:Antisemiti o antisionisti, un labirinto pericoloso
Post successivo:L’importanza dello “Ius Scholae”per la coesione nazionale

Sidebar

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

Sostieni

Sostieni liberamente le nostre attività con un bonifico bancario sul seguente conto corrente
Chianti Banca-Credito Cooperativo S.C.
IBAN IT81R0867302802000000909083

L’editoriale del direttore

Natale in Ucraina

Video

Il video della presentazione nella sala Firenze Capitale del libro CENNI DAL LONTANO PASSATO

Prossimi appuntamenti

Storia versus Barbarie

19/11/2025

1865 – 1870 FIRENZE CAPITALE. La Certosa e l’eversione dell’asse ecclesiastico

29/09/2025

Società e cultura in Toscana dal Congresso di Vienna alla prima Guerra d’Indipendenza (1815/1848) 

20/09/2025

Lettere al Direttore

L’11 AGOSTO 1944, la Liberazione di Firenze, va sempre  celebrata per ricordare il sacrificio dei tanti partigiani che morirono  per la liberazione dell’Italia dal regime nazifascista.

12/08/2025

Focus

PERCHÉ NON CI SONO MANIFESTAZIONI IN DIFESA DEI CIVILI UCRAINI UCCISI?

17/11/2025

Tribuna

ALLA SCOPERTA DI PIETRO LEPOLDO. Le compagnie religiose soppresse, documenti e storia ritrovati

11/11/2025

Luoghi

Via del Canneto

21/05/2025

Mostre

Belle Époque

22/10/2025

Rassegna stampa

LA LAPIDE DI MODENA E L’ITALIA CHE NON ESISTE PIÙ

04/12/2025

Pubblicazioni

Il caso Renan. La prima guerra culturale dell’Italia unita

03/11/2025

LE TROPPE “EDUCAZIONI” RICHIESTE ALLA SCUOLA ITALIANA

01/11/2025

La mente non ha bisogno come un vaso di essere riempita, ma piuttosto come legna di una scintilla che l'accenda e vi infonda l'impulso della ricerca e un amore ardente per la verità. Plutarco, Moralia Mercoledì …

Il segno delle donne di fine Ottocento

26/10/2025

ERSILIA BRONZINI Tra storia e romanzo. Lucia Tancredi racconta le vicende di Ersilia Bronzini e delle altre protagoniste che a Milano cambiarono volto alla società con la mensa dei poveri, la guardia ostetrica, …

La prima guerra civile. Rivolte e repressione nel Mezzogiorno dopo l’unità d’Italia

21/10/2025

In questa ricostruzione storica, rigorosa e appassionante, Gianni Oliva ripercorre quella che fu la prima, drammatica guerra civile italiana. E lo fa senza indulgere nella retorica neoborbonica né dar credito ai …

POST-OCCIDENTE. Come il 7 ottobre riscrive la nostra storia

09/10/2025

Il 7 OTTOBRE ridisegna la storia. Allineati con il Sud del mondo, anche in Occidente molti condividono le ragioni che hanno scatenato il pogrom, e accusano Israele di genocidio. Sono così chiamati in causa i …

Sicurezza, quiete pubblica e decoro urbano: tre emergenze per Firenze

01/10/2025

Dal numero delle città immaginabili occorre escludere quelle i cui elementi si sommano senza un filo che li connetta, senza una regola interna, una prospettiva, un discorso. È delle città come dei sogni: tutto …

XX SETTEMBRE

22/09/2025

XX SETTEMBRE Oggi qui ricordiamo la Breccia di Porta Pia che unì Roma all’Italia e significativamente a 80 anni dalla fine della II guerra Mondiale per la prima volta si ricordano gli IMI, quei 600000 soldati e …

ll tramonto del passato. La crisi della storia nella società contemporanea

19/09/2025

Nelle società democratiche non è soltanto la storia in quanto disciplina ad essere in crisi. È in realtà la percezione stessa del passato che – per una serie di cause analizzate in questo libro – va scomparendo, a …

CHE SENSO HA FARE IL PROCESSO AL PASSATO

14/09/2025

Florence Henri, Composizione – La gloria che fu della Grecia, 1933 c., fotomontaggio È stato Eric Hobsbawm nel suo testo più noto – Il secolo breve – a sottolineare come gli anni 60 del Novecento abbiano segnato …

Il Cubo Nero nel cielo di Firenze

01/09/2025

 Concinnitas: armonia dello stile o del discorso, che risulta da una conveniente disposizione delle parole e dei suoni e ha insieme eleganza e semplicità» (Vocabolario on line Treccani). In origine il termine …

Cinquant’anni fa la morte di Carlo Levi, antifascista a Firenze

27/08/2025

Carlo Levi Autoritratto 1941/ 45 Nel capoluogo toscano lo scrittore torinese morto 50 anni fa scrisse «Cristo si è fermato a Eboli» e fu lì che venne arrestato e incarcerato alle Murate nel 1943 come «ebreo …

  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • STATUTO
  • Redazione
  • Contatti
  • Link
  • Privacy Policy

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi