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Il Risorgimento che l’Italia ha dimenticato

03/02/2012

PIERLUIGI PANZA – Corriere della Sera | 31 Gennaio 2012

I sentieri interrotti del Risorgimento, dal federalismo al cattolicesimo liberale, dalla questione meridionale alla nascita dei miti nazionali sino alla costruzione di una memoria condivisa, sono gli argomenti di sei incontri promossi a Milano da Intesa Sanpaolo. Lo scopo è quello di riflettere su questioni aperte nel nostro Paese e su quale destino conferire al senso di nazione in un momento in cui l’Europa e la globalizzazione sembrano orizzonti che comprimono le singole identità. Gli incontri, da domani al 7 marzo (a Palazzo Marino e nella sede Intesa di piazza Belgioioso), hanno il titolo «Vincitori e Vinti», e rappresentano uno degli eventi più impegnativi a chiusura delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità.

«Le banche hanno il dovere di sostenere la cultura e lo studio dei valori nazionali — ha affermato presentando l’iniziativa il presidente del comitato di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli — e gli istituti di credito italiani lo fanno molto di più di quanto accade all’estero. Questa non è un’invasione di campo, ma una caratteristica che ha sempre interessato le banche. Il patrimonio comune è la nostra arma contro la crisi di identità».

Così, dopo l’apertura delle Gallerie d’Italia di piazza Scala con le sale dedicate alla pittura dell’800 (quelle del ‘900 saranno inaugurate nel prossimo autunno), e dopo la mostra «L’Italia e gli Italiani» nell’obiettivo dei fotografi Magnum a Torino (sino al 26 febbraio), si aggiunge ora questo ciclo di conferenze organizzato da Gianfranco Brunelli. «Giudico che sia stata una fortuna inaugurare la pinacoteca Gallerie d’Italia in coincidenza della crisi economica e in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia — continua Bazoli —. A ciò aggiungiamo ora un tassello, raccontando quei filoni del Risorgimento che, come fiumi carsici, sono rimasti poco espressi. Li rivisitiamo perché ci vuole un nuovo idealismo: penso al cattolicesimo liberale, a Manzoni, al federalismo di Cattaneo. L’unità europea non deve annullare le identità nazionali. Così come quando abbiamo costruito l’Italia l’abbiamo fatto fondendo diverse identità, allo stesso modo deve avvenire ora per costruire l’Europa politica. Ma non, come è stato fatto 150 anni fa, adottando un modello rigido, che ha nuociuto alle singole autonomie, bensì facendole proprie».
Aggiunge Brunelli: «Questa passeggiata nei nostri 150 anni ricostruisce tendenze rimaste inespresse. Dobbiamo interrogarci su quale Italia portare in Europa. Oggi l’Ue appare come un mosaico di egoismi nazionali. Pertanto i temi che proponiamo in questi incontri non sono indifferenti a quanto sta accadendo. L’unione non si fa senza i popoli: quale idea dell’Italia vogliamo portare nel mondo? L’identità nazionale non impedisce una politica sovranazionale; ma sarebbe pensabile un’Europa senza una matrice italiana?».

Il primo incontro  è tenuto il primo febbraio alle 18 in Sala Alessi del Comune di Milano ed era dedicato alla generosità dei giovani nel Risorgimento. S’intitola «All’onore della nostra età e della patria comune. L’ideale politico-culturale di una generazione romantica e ribelle». I successivi incontri si terranno nella Sala Convegni di Banca Intesa in piazza Belgioioso 1 e tratteranno il tema della condivisione dei valori attraverso la lingua (8 febbraio); la questione cattolica e il contributo, anche linguistico, dato dal cattolicesimo al Risorgimento (16 febbraio); il tema del Mezzogiorno come questione prioritaria nella costruzione dell’Italia unita e poi problema per eccellenza (23 febbraio); il rapporto tra centralismo e federalismo, cercando di riscoprire il contributo di teorici come Carlo Cattaneo (primo marzo); l’ultimo incontro (il 7 marzo, ancora in sala Alessi a Palazzo Marino) sarà dedicato alla memoria condivisa e al mito della nazione

Pubblicato in: Rassegna stampaTag: mondo
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