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C’erano una volta in Italia le scuole di Arti e Mestieri …

01/09/2016 da Sergio Casprini

… Ecco perché mi sono battuto pubblicamente, e senza firmare manifesti ma con scritti miei e firmati sul Corriere, contro l’ignoranza. Per una scuola che selezioni, altro che scuola per tutti, per una scuola di falegnami e fabbri e contadini e operai e idraulici e panettieri. Tutti vogliono essere medici, oggi, e magari con il trenta e lode garantito… Goffredo Parise 14 febbraio 1978

A settembre in Italia riaprono le scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori e come ogni anno ricominceranno le polemiche e le proteste, dalla questione delle cattedre non ancora occupate, al numero insufficiente degli insegnanti di sostegno e soprattutto sui contenuti e sulle finalità della scuola pubblica italiana.
Sicuramente terrà banco il dibattito sulla Buona Scuola, l’ultima riforma scolastica varata dal parlamento l’anno scorso, ma pochi si interrogheranno sulle ragioni della progressiva scomparsa delle scuole di Arti e Mestieri, nelle quali era confluita la tradizione delle botteghe artigianali che a partire dal medioevo avevano forgiato l’identità culturale ed artistica del nostro Paese.
Nella seconda metà dell’Ottocento quando si formava il giovane stato italiano era invece forte il dibattito sulla formazione professionale ed il tipo d’istruzione da impartire per rivedere ed aggiornare la figura sociale dell’artigiano, le sue competenze ed il suo prestigio. A conferma dell’urgenza di queste riforme, tra i tanti interventi di politici ed uomini di cultura italiani di quegli anni, merita di essere citato quello dell’imprenditore e deputato toscano Ginori Conti in una discussione alla Camera sul bilancio dell’istruzione, come risulta dagli atti parlamentari del 12 dicembre 1900: …l’Italia ha bisogno di aumentare il numero degli artieri e degli artisti e di diminuire il numero stragrande e minaccioso dei concorrenti agli impieghi….Mentre i figli delle nostre classi lavoratrici abbandonano il mestiere dei loro padri, dimenticando le nobili tradizioni di arti e mestieri…nelle scuole tecniche oggi si formano degli scrivanelli spostati…io vorrei che la scuola tecnica divenisse più professionale e fine se stesso per lo sviluppo ed il progresso dell’Italia.

In un contesto storico e sociale diverso (siamo nel 1978) Parise ripropone grosso modo gli stessi concetti!
E Parise parla appunto di panettieri, falegnami e fabbri, di mestieri meno nobili rispetto alle Belle Arti, per affermare che le capacità culturali si trovano in tutti coloro che sono impegnati in attività manuali , una cultura artigianale pari alla sapienza di un laureato e di un’intellettuale.
Negli ultimi anni invece le scuole professionali hanno perso la loro identità e la loro anima al momento che le discipline teoriche ed astratte hanno uno spazio preponderante rispetto a quelle materie ( laboratori e progettazioni) fondamentali per acquisire la pratica di un mestiere. come una volta avveniva nella bottega artigianale, con il rischio oggi che l’apprendista diventi, eterogenesi dei fini, uno scrivanello spostato.
La visione astratta di una formazione scolastica uguale per tutti e quindi l’idea della scuola come ascensore sociale per favorire l’integrazione tra i diversi strati della società sono le ragioni principali che accampano sociologi e pedagogisti per avvalorare la trasformazione delle scuole professionali in tanti piccoli licei, tra l’altro senza il prestigio culturale e la qualità dei licei tradizionali.
E poi in tempi di globalizzazione, con le nuove generazioni di nativi digitali per quale motivo recuperare una tradizione, quella delle scuole di Arti e di Mestieri, ormai per tutti questi Maîtres à penser un modello superato e premoderno di formazione professionale ed artigianale?
In verità i processi di modernizzazione in Europa si sono affermati con la crescita economica e politica di ogni nazione, compresa l’Italia negli anni del Risorgimento, senza negare però le rispettive tradizioni culturali e produttive.
Con il Made in Italy, per esempio i prodotti italiani da tempo hanno guadagnato prestigio nel mondo,in quanto sono stati storicamente associati a qualità, alta specializzazione, differenziazione ed eleganza, tutte caratteristiche di una produzione manifatturiera di tipo artigianale.
Una produzione che non avrebbe mai avuto luogo se non ci fossero state prima le botteghe medievali e rinascimentali e successivamente le scuole di Arti e di Mestieri!

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