Il Coro ‘La Martinella’ è lieto di invitarLa alla manifestazione che avrà luogo
nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, sabato 15 Settembre 2012 alle ore 21.00.
La Sua presenza sarà particolarmente auspicata e gradita.
Il Presidente
Dott. Marco Bastogi
Primo piano
17 settembre: Amerigo Vespucci e Giuseppe Garibaldi eroi di due età e di due mondi
Lunedì 17 settembre 2012, ore 17,00
Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia
Via Pian dei Giullari, 36A – 50125 Firenze
Convegno:
Amerigo Vespucci e Giuseppe Garibaldi
eroi di due età e di due mondi
Interventi
Cosimo Ceccuti – Giuseppe Garibaldi e il mare
Mauro Marrani – Amerigo Vespucci, eroe del Rinascimento
Niccolò Rinaldi – Oceano Arno, i navigatori fiorentini, eroi di tutti i tempi
Ferragosto e il Risorgimento: l’amor di Patria di una madre
Nella notte tra il 15 e il 16 agosto 1848 sul Lago Maggiore
Da Paolo Mantegazza, La mia mamma, G. Barbèra Editore, Firenze 1886, pp. 65-68.
Il 15 agosto del 48 tutta la nostra famiglia era raccolta dopo pranzo al belvedere della Sabbioncella, quando si vide all’opposta riva di Luvino del fumo e si sentì il lontano rombo delle cannonate.
Un piroscafo che era al servizio delle truppe garibaldine andava e veniva lungo la costa e non si poteva capire se fuggisse o attaccasse, se fosse inseguito o inseguisse.
«Sono gli Austriaci che hanno attaccato Garibaldi».
«Dio buono! Come potrà egli difendersi da un grosso corpo di truppe, egli che ha pochi soldati e fra essi molti novizi al fuoco?»
«Fuggirà nella Svizzera dove potrà essere disarmato».
Questo si diceva fra noi, ma la mamma, che aveva taciuto fino allora e guardava con trepida ansia quei fuochi lontani, seguendone con ansietà le varie vicende, interruppe a un tratto le nostre ciarle col dire: «Garibaldi non fuggirà, ma si batterà, e chi sa che non disperda i nemici».
Intanto s’era portato un ottimo cannocchiale al belvedere e si poteva vedere gli Austriaci colle loro uniformi bianche che sulla strada di Varese che sta lungo il lago, si avvicinavano all’Albergo della Beccaccia, e facendosi schermo delle grosse cataste di legno, che stavano su quella riva, tiravano contro i Garibaldini. Ora ci pareva vedere avanzare i bianchi, ora credevamo di vederli dare addietro; ma la mamma s’impazientava dei nostri discorsi e taceva. Si lasciò però scappare un:
«Poveretti!»
«Perché poveretti? Par proprio che i Garibaldini vincano».
«E anche quando vincessero oggi» rispose la mamma «domani nuove truppe fresche venute da Varese li faranno in pezzi e i poveri feriti di quest’oggi saranno bruciati vivi».
Un lungo silenzio tenne dietro a queste parole; ma io, lasciando di osservare la riva lontana, guardavo fisso negli occhi della mamma e mi pareva di leggere nel cuore e nel pensiero di lei.
Quand’ecco ad un tratto ella si alza e si dirige verso la casa, ed io dietro, ma da lontano… Si veste, prende una borsetta con del denaro e a piedi si dirige verso Cannero, ed io dietro. A mezza strada si volta indietro a un tratto e mi vede.
«Cosa fai, Paolo?»
«Vado dove tu vai!»
«Lasciami e ritorna indietro; devo andar sola a trovare una povera donna».
«No, mamma, tu vai a Luvino e ci voglio andare anch’io».
«Paolo, Paolo, torna indietro».
«No, mamma, nessuno potrà impedirmi di seguirti. Tu vai al campo di battaglia per raccogliervi i feriti; vi può essere del pericolo e voglio esservi anch’io».
La mamma sorrise e si diede vinta. Mi parve anzi di vedere ch’ella fosse contenta ch’io avessi indovinato il pensiero di lei.
Si giunse a Cannero, quando il crepuscolo della sera scendeva sul lago colle prime ombre, e la mamma domandò subito una barca con due robusti barcaioli.
«Dove vuole ella andare?»
«A Luvino».
Una risata generale, un coro di esclamazioni salutarono quelle parole.
«A Luvino? Ma che le pare? – Gli Austriaci hanno vinto i Garibaldini e c’è da esser presi ed impiccati. Ci prenderanno per rivoluzionari, per spie del Piemonte».
La mamma fremeva.
«Ma non avete vergogna di aver meno coraggio di una donna? Io voglio andare a raccogliere i poveri feriti e portarli in casa mia. Questo non si chiama far delle rivoluzioni ed anche gli Austriaci non potranno impedirmelo… E poi, se avete paura, voi mi sbarcherete sola e ritornerete qui senz’aver toccato terra».
«Lei ha un bel dire, ma è a noi che gli Austriaci tireranno le loro palle!»
«Quanti bei ragionamenti vi suggerisce la paura! – Insomma v’è chi voglia venire o no?»
Due giovani barcaioli si fecero innanzi; la mamma strinse loro la mano e si partì.
Si giunse presso la spiaggia di Luvino quand’era già notte. Il piroscafo piemontese che ormeggiava lungo la costa ci fermò al grido: Chi va là?
La mamma espresse la sua intenzione e ci lasciarono andare avanti.
Luvino sembrava morto; non più un tiro di fucile, non più uno squillo di campane, non una voce umana. Qua e là qualche fuoco acceso, che rompeva le tenebre e null’altro.
Finalmente si toccò terra. Un soldato garibaldino ci disse che gli Austriaci erano stati vinti e che si erano ritirati verso Varese, esservi parecchi feriti e pochi morti.
Si andò in casa Crivelli, dove era Garibaldi col suo stato maggiore. Lungo il viale cadaveri di Austriaci, membra divelte, fucili abbandonati: tutto il lugubre scompiglio di un campo di battaglia appena abbandonato.
Garibaldi era seduto davanti a una piccola tavola, guardava una carta geografica e al lume di una candela fumosa di sego mangiava con appetito voracissimo del salame e del pan nero.
Alzò gli occhi e vedendo davanti a sé una signora, si levò subito il cappello con rispettoso ossequio e si alzò dalla sedia.
«Una signora qui! A quest’ora? – Lei non è di Luvino certamente. Qui son tutti fuggiti».
«No, vengo dalla sponda piemontese, e s’ella me lo permettesse, vorrei portare in salvo nella mia villa i feriti di questa giornata».
Garibaldi non rispose, ma commosso profondamente strinse la mano alla mia mamma.
Si sequestrarono subito tutte le barche che si trovarono sulla riva e nel porto e in poche ore si riuscì ad adagiarvi tutti i feriti e i pochi malati. Con altri venuti più tardi erano trentadue.
E tutti alloggiarono in casa nostra convertita in ospedale, e la mamma e il padre e figliuoli dormirono per più di due mesi sulla paglia, felicissimi di cedere il letto a quei bravi soldati di Garibaldi.
Il distinto patriota dottor Benigno Zaccheo di Brissago, il dottor Giovanni Polli, l’egregio farmacista Albertazzi prestarono la loro opera con cuore generoso, e la Sabbioncella fu benedetta dalle opere buone della nostra mamma, della nostra santa.
Garibaldi non dimenticò mai la sera del 15 agosto, e la ricordò sempre con grande commozione».
La Camera approva l’insegnamento dell’inno italiano nelle scuole
Istituita per il 17 marzo la «giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera».
La Commissione Cultura della Camera ha approvato in sede legislativa il ddl che promuove l’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole e istituisce la «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera», data prescelta il 17 marzo. Ora il ddl passa all’esame del Senato.
L’OK BIPARTISAN – Il ddl, che ha ottenuto un via libera bipartisan con la sola eccezione della Lega, è frutto dell’unificazione delle proposte avanzate da Paola Frassinetti (Pdl) e da Maria Coscia (Pd). La legge – che reca il titolo di «Norme sull’acquisizione di conoscenze e competenze in materia di cittadinanza e costituzione e sull’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole» – entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico e si procederà con l’insegnamento dell’Inno d’Italia nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla primaria alle superiori. Il testo, inoltre, prevede che il 17 marzo, data della proclamazione a Torino nel 1861 dell’Unità d’Italia, sarà celebrata la «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera». Il 17 marzo rimarrà tuttavia un giorno lavorativo, ma ci saranno momenti di riflessione e approfondimento sul tema proprio a partire dalle scuola.
LEGA: «LEGGE DI STAMPO FASCISTA» – Eppure nonostante l’ok bipartisan, c’è qualche detrattore: «La Lega ha votato contro una legge di stampo fascista che obbliga i bambini a imparare un inno che parla di schiavi e di chiome tagliate», dice il deputato del Carroccio Davide Cavallotto. «Non abbiamo bisogno di pelosa retorica ma di libertà per i popoli che compongono questo Paese – aggiunge- saremo pronti a cantare l’inno italico solo dopo che i nostri popoli avranno pari dignità. Fino a quando non verranno rispettate le nostre lingue, come il piemontese e il veneto, e riconosciute dallo Stato centrale non ci potrà essere rispetto per coloro che opprimono la libertà di popoli con millenni di storia».
LA SODDISFAZIONE DI MELONI – «Rivolgo un plauso all’on. Frassinetti e ai colleghi della Commissione Cultura per l’approvazione del ddl sull’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole e per l’istituzione della «Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera». È quanto invece dichiara, in una nota, il deputato del Pdl, Giorgia Meloni.
Redazione Corriere della Sera On Line
21 giugno, Biblioteca Spadolini: Inaugurazione mostra di Giancarlo Caldini
giovedì 21 giugno ore 17.00 Biblioteca Spadolini Pian dei Giullari 36/A
Inaugurazione mostra di Giancarlo Caldini, allievo di Ottone Rosai: Una vita per l’arte e l’insegnamento della pittura
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Spadolini Nuova Antologia in occasione dell’87° anniversario della nascita di Giovanni Spadolini.
Firenze, 12 giugno 2012
Cari Amici,
giovedì 21 giugno p.v. alle ore 17.00 inaugureremo nella sede della Biblioteca, via Pian dei Giullari 36/A, l’esposizione di opere pittoriche di Giancarlo Caldini, allievo di Ottone Rosai: Una vita per l’arte e l’insegnamento della pittura; l’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Spadolini Nuova Antologia in occasione dell’87° anniversario della nascita di Giovanni Spadolini.
La mostra, che si protrarrà fino al 30 settembre, comprende otto opere donate dal Maestro Caldini alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia unitamente ad altre opere di sua proprietà.
E’ un’occasione per ricordare con questo significativo appuntamento culturale il nostro Professore, il suo amore per l’arte e per Firenze nella tradizione del padre Guido e dello spirito con cui fu fondato il Ministero per i Beni Culturali.
Lieto di accogliervi, Vi saluto con la più affettuosa amicizia,
Cosimo Ceccuti
Si ringrazia VB Art Center di Firenze
22 maggio, Limonaia del Museo Stibbert: Caino
Venerdì 22 giugno ore 17 – Museo Stibbert, Limonaia
Presentando la sua importante opera prima, Roberto Gotti, profondo studioso dell’ Arte marziale italiana, spiegherà il senso della pregiata produzione di spade delle officine bresciane, dalla forgiatura al loro impiego nella scherma, nel duello, nel combattimento.
Associazione Amici Museo Stibbert
La Camera approva l’insegnamento dell’inno italiano nelle scuole
Istituita per il 17 marzo la «giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera»
La Commissione Cultura della Camera ha approvato in sede legislativa il ddl che promuove l’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole e istituisce la «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera», data prescelta il 17 marzo. Ora il ddl passa all’esame del Senato.
L’OK BIPARTISAN – Il ddl, che ha ottenuto un via libera bipartisan con la sola eccezione della Lega, è frutto dell’unificazione delle proposte avanzate da Paola Frassinetti (Pdl) e da Maria Coscia (Pd). La legge – che reca il titolo di «Norme sull’acquisizione di conoscenze e competenze in materia di cittadinanza e costituzione e sull’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole» – entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico e si procederà con l’insegnamento dell’Inno d’Italia nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla primaria alle superiori. Il testo, inoltre, prevede che il 17 marzo, data della proclamazione a Torino nel 1861 dell’Unità d’Italia, sarà celebrata la «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera». Il 17 marzo rimarrà tuttavia un giorno lavorativo, ma ci saranno momenti di riflessione e approfondimento sul tema proprio a partire dalle scuola.
LEGA: «LEGGE DI STAMPO FASCISTA» – Eppure nonostante l’ok bipartisan, c’è qualche detrattore: «La Lega ha votato contro una legge di stampo fascista che obbliga i bambini a imparare un inno che parla di schiavi e di chiome tagliate», dice il deputato del Carroccio Davide Cavallotto. «Non abbiamo bisogno di pelosa retorica ma di libertà per i popoli che compongono questo Paese – aggiunge- saremo pronti a cantare l’inno italico solo dopo che i nostri popoli avranno pari dignità. Fino a quando non verranno rispettate le nostre lingue, come il piemontese e il veneto, e riconosciute dallo Stato centrale non ci potrà essere rispetto per coloro che opprimono la libertà di popoli con millenni di storia».
LA SODDISFAZIONE DI MELONI – «Rivolgo un plauso all’on. Frassinetti e ai colleghi della Commissione Cultura per l’approvazione del ddl sull’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole e per l’istituzione della «Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera». È quanto invece dichiara, in una nota, il deputato del Pdl, Giorgia Meloni.
Redazione Corriere della Sera On Line
La battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848 : una data da non dimenticare
Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento ricorderà martedì 29 maggio lo straordinario contributo umano, culturale e politico della Toscana al nostro Risorgimento; e, in particolare, l’entusiasmo , la dedizione, con cui centinaia e centinaia di giovani volontari combatterono valorosamente a Curtatone e Montanara , il 29 maggio 1848 , nell’epica battaglia della prima guerra dell’ indipendenza italiana.
Martedì 29 Maggio a Firenze in memoria di Curtatone e Montanara si svolgeranno due cerimonie :
La mattina alle ore11 alla Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria
Il pomeriggio alle ore 16 nel Sacrario dei Caduti della Basilica di Santa Croce
31 maggio, presentazione “La riscoperta della patria. Perché il 150° dell’unità d’Italia è stato un successo” di Paolo Peluffo
L’Associazione degli Amici della Fondazione Spadolini Nuova Antologia
insieme alla
Fondazione Spadolini Nuova Antologia
è lieta di invitare la S.V.alla presentazione del volume di Paolo Peluffo
LA RISCOPERTA DELLA PATRIA
Perché il 150° dell’Unità d’Italia è stato un successo
31 maggio 2012 ore 16.45
Sala Spadolini – Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia
Via Pian dei Giullari, 36/A – Firenze
Interverranno:
Cosimo Ceccuti
Stefano Folli
4 maggio, Adalberto Scarlino: Il ruolo delle Logge Massoniche a Firenze dopo l’Unità d’Italia
Per il Ciclo di Conferenze a Villa Pozzolini
Firenze tra Ottocento e Novecento
Consiglio di Quartiere 5 – Comitato Fiorentino per il Risorgimento
Venerdì 4 maggio ore 17 – Viale Guidoni, 188
ADALBERTO SCARLINO
Il ruolo delle Logge Massoniche a Firenze dopo l’Unità d’Italia