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22 dicembre: Concerto per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Musiche di Verdi

18/12/2011 da Comitato Fiorentino per il Risorgimento

Giovedi 22 dicembre    ore 21

 

La Direttricedella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Marialetizia Sebastiani

La Responsabiledegli eventi culturali della Biblioteca Nazionale Centrale di

Firenze

Silvia Alessandri

Il Presidente del Coordinamento regionale del Comitato per i Valori

Risorgimentali

Donatella Cherubini

Il Presidente del Comitato Fiorentino per il Risorgimento

Adalberto Scarlino

I Responsabili del Coro Cassa di Risparmio di Firenze

Emanuele Barletti e Eugenio Sambati

 

 

 Invitano

 

 

Teatro ObiHall          via  De Andrè  ang. Lungarno Moro    

 

 Concerto per il 150° dell’Unità d’Italia

 

 Musiche di Giuseppe Verdi

 

 Ingresso gratuito

 

 

                    

 

PROGRAMMA di SALA

 

Giuseppe VERDI

(1813-1901)

 

Nabucco Sinfonia

Ernani “Si ridesti il Leon di Castiglia”

Trovatore “Le fosche notturne spoglie”

Giovanna d’Arco Sinfonia

Nabucco “E’ l’Assiria una regina”

I Lombardi alla prima crociata “O Signore dal tetto natio”

La forza del destino “La Vergine degli Angeli”

Aida Preludio

La battaglia di Legnano Sinfonia

Nabucco “Va, pensiero”

 

Orchestra del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze

Coro della Cassa di Risparmio di Firenze

Direttore orchestra e coro Paolo Ponziano Ciardi

Maestro del coro Ennio Clari

 

VIVA VERDI

E’ davvero entusiasmante che l’anno centocinquantenario si concluda a Firenze con un concerto,

con un bel concerto , voluto da tre benemerite, prestigiose istituzioni, dedicato

a Giuseppe Verdi : alle sue opere, alle arie, ai cori, alle sinfonie, che da centocinquanta anni ,

a ancor da prima, hanno costituito il patrimonio caro di memorie musicali di ogni italiano.

Giuseppe Verdi : il Romanticismo , il Risorgimento insieme hanno in lui l’interprete straordinario,

il compositore versatile , il musicista più di tutti facilmente conosciuto e immediatamente amato.

Suonate dagli organetti di strada, intonate a mezza voce per le vie cittadine, cantate

entusiasticamente

dal pubblico negli stessi teatri ,melodie facilmente orecchiabili, parole di coraggio e di libertà,

hanno accompagnato patrioti giovani e meno giovani sulle barricate o alle manifestazioni

politiche e hanno alimentato una tradizione orale e canora tutta italiana, viva , di padre in figlio,

fino ai giorni nostri.

Sicchè tanti sanno – a memoria, potremmo dire – parole e note delle opere, dei cori, delle arie

verdiane.

Quelle di Ernani ( “prima “ a La Fenice di Venezia nel marzo 1844 ) e dei congiurati per una Spagna

libera : Si ridesti il leon di Castiglia/ e d’Iberia ogni monte, ogni lito / eco formi al tremendo

ruggito,/ come un dì contro i Mori oppressor ; coro celeberrimo che permette al pubblico di

cogliere analogie con le cospirazioni italiane

Quelle de I lombardi alla prima crociata ( “prima” a La Scala, nel 1843 ) , l’opera che si apre con la

scena della chiesa di Sant’Ambrogio ed ha il momento culminante in quel O Signore , dal tetto

natio ,/ ci chiamasti con santa promessa …“, che tanti petti ha scossi e inebriati “,

per dirla con le parole dell’omonima, indimenticabile poesia di Giuseppe Giusti.

E poi le sinfonie, come quella della Giovanna d’Arco,( “prima a La Scala, nel febbraio del 1845 ) che

sintetizza la storia dell’eroica giovane, dal pianissimo

iniziale al crescendo fino all’esplosione di un ardente fortissimo , al finale dal ritmo fremente.

E ancora le opere deliberatamente e scopertamente patriottiche, come La battaglia di Legnano,

che va in scena a Roma nel gennaio del 1849, poco prima della proclamazione della Repubblica

Romana, in una serata trionfale e drammatica, dopo la quale Verdi deve abbandonare

precipitosamente la città assediata.

E infine Il Nabucco, che vuol dire, prima di tutto, un coro: IL coro , su tutti gli altri. Il Va’ pensiero

sull’ali dorate….oh mia Patria sì bella e perduta ; che scatena commozione e partecipazione ,dal

marzo 1842 , a La Scala, quando viene accolto con entusiasmo indescrivibile, al febbraio del 1901,

quando viene intonato, sotto la bacchetta del trentaquattrenne Arturo Toscanini , per

accompagnare l’addio alla vita terrena del Maestro. Fino ai periodi drammatici del Novecento,

fino ad oggi, espressione , sempre , di una Patria bella e del desiderio che non vada perduta.

Viva V.E.R.D.I. L’acronimo celebre esprimeva l’adesione a una novità desiderata : un’ Italia unita ;

una monarchia costituzionale invece delle vecchie e prepotenti monarchie assolute; l’indipendenza

dallo straniero oppressore. Alla realizzazione di questo grande progetto Verdi partecipò con

convinzione e passione. Lo documenta l’amicizia con alcuni protagonisti del Risorgimento

nazionale : estimatore dichiarato di Cavour, guida politica esemplare, per il quale accettò di essere

candidato – ed eletto – al primo Parlamento italiano; ammiratore senza riserve di Manzoni,

l’autore di “uno de’ più grandi libri che sieno usciti da cervello umano”.

Viva Verdi, dunque. E con il buon Natale, auguri alla sua memoria, all’Italia ed a noi tutti cittadini

italiani.

 

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