• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • Redazione
  • Contatti
  • Photogallery
  • Link
  • Privacy Policy

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

LA LUNGA PARABOLA DI GIOLITTI MOLTI NEMICI, MOLTO ONORE

11/06/2013 da Comitato Fiorentino per il Risorgimento

Lettere a Sergio Romano

giovanni_giolittiNella sua recensione a un libro di Federico Lucarini su Antonio Salandra, presidente del Consiglio dal 1914 al 1916, Arturo Colombo ricorda che l’uomo politico pugliese rappresentò per l’Italia il liberalismo nazionale, un programma alternativo a quello di Giovanni Giolitti e responsabile dell’ingresso dell’Italia in guerra nel 1915. Mi chiedo come mai, un secolo dopo, prevalgano ancora le tesi di quell’establishment prevalentemente laico e post azionista (i nipotini di Salandra e Salvemini) che continua a non prendere atto dei meriti dell’epoca giolittiana e delle responsabilità di una corrente politica che trascinò l’Italia nel conflitto con un vero e proprio colpo di Stato (anche se formalmente legalizzato da un Parlamento assediato e minacciato, anche fisicamente). Insomma, in estrema sintesi, forse aveva ragione Giolitti e avevano torto i liberal-nazionali. Ma fa grande fatica a emergere la figura di Giolitti, a mio parere uno dei pochi grandi statisti non accecati dal nazionalismo conservatore reazionario di buona parte della classe politica post risorgimentale.

Angelo Rambaldi

Sulla figura dell’uomo di Stato piemontese esistono oggi, insieme a nuovi studi biografici, i numerosi lavori di Aldo A. Mola e del suo «Centro europeo Giovanni Giolitti». Palmiro Togliatti gli rese un inatteso omaggio dopo la fine della Seconda guerra mondiale e Gaetano Salvemini smise di considerarlo il «ministro della malavita ». Ma è certamente vero che l’«uomo di Dronero», come veniva generalmente chiamato dalla stampa dell’epoca, ha portato con sé nella tomba alcune delle inimicizie e ostilità che avevano accompagnato la sua vita politica. Non piaceva amolti socialisti perché lo consideravano un seduttore e un corruttore, l’uomo che tentava di tagliare le unghie del loro programma. Non piaceva a Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, perché faceva troppe concessioni alla sinistra e ai sindacati. Non piaceva a Luigi Einaudi per le misure dirigiste e stataliste che avevano contraddistinto i suoi governi. Non piaceva ai militari perché aveva duramente criticato la mediocre organizzazione delle forze armate durante la guerra di Libia e dava la sensazione di non riporre alcuna fiducia nei quadri dirigenti dell’Esercito. Non piaceva al re perché la sua autorità oscurava quella del sovrano. Non piaceva a Gaetano Salvemini e ad altri intellettuali di sinistra perché faceva le elezioni, soprattutto al Sud, con le interferenze e le intimidazioni dei prefetti. Non piaceva a D’Annunzio perché non aveva esitato a ordinare il bombardamento di Fiume in cui il poeta era entrato trionfalmente con i suoi legionari nel settembre 1919. Non piaceva ai nazionalisti di Luigi Federzoni perché aveva cercato di evitare la guerra e perché il trattato di Rapallo con la Jugoslavia non aveva dato soddisfazione alle pretese italiane sulla Dalmazia. Non piaceva a Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito popolare, perché la sua tattica, con i cattolici, era quella di mangiarli come il carciofo, una foglia alla volta. E non piaceva aMussolini perché cercò di fare la stessa cosa con i fascisti. È probabilmente questa la ragione, caro Rambaldi, per cui il solomonumento a Giolitti, salvo errore, è il busto collocato nella sala consiliare del municipio di Cuneo. Durante il fascismo fu nascosto da una pesante tenda di stoffa. Oggi è nuovamente visibile. 

Sergio Romano       Corriere della Sera 4 giugno

Correlati

Archiviato in:Rassegna stampa

Segui il Comitato su Facebook

Segui il Comitato su Facebook

Barra laterale primaria

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

L’editoriale del direttore

I migranti in Italia, un’emergenza nazionale

Video

Ubaldino Peruzzi Sindaco, il video integrale del Convegno

Prossimi appuntamenti

Le celebrazioni del 17 MARZO nel corso della storia dell’Italia dal 1911 al 2011

10/03/2023

Lettere al Direttore

Valori & valori

29/03/2023

Focus

STORIA DI RAMELLI E DANTE DI NANNI

25/03/2023

Tribuna

Il PASSATORE, mito della Romagna

26/12/2022

Luoghi

LA FORTEZZA DEL RISORGIMENTO A BRESCIA

23/01/2023

Mostre

L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968

15/03/2023

Rassegna stampa

ORDIRE LA TELA DEL NOSTRO RISCATTO

27/03/2023

Pubblicazioni

NAZIONE POP

17/03/2023

RisorgimentoFirenze.it nella tua mail

E' possibile ricevere un messaggio e-mail ad ogni nuova pubblicazione sul nostro sito.
Basta inserire il proprio indirizzo di posta elettronica nella casella sottostante. Il servizio è gratuito e può essere interrotto in ogni momento.

Unisciti a 89 altri iscritti

Footer

Archivio articoli

Archivio rubriche

Area amministrativa

  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org

Blogroll

  • Arte del Poggio
  • Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali
  • PensaLibero.it, quotidiano on line dei laici e dei liberali della Toscana.
  • Risorgimento Toscana
  • Sito ufficiale delle celebrazioni per il 150° anniversario

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi

 

Caricamento commenti...