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La democrazia distributiva
Saggio sul sistema politico dell’Italia repubblicana

18/08/2017 da Comitato Fiorentino per il Risorgimento

Autore     Loreto di Nucci

Editore   Il Mulino

Anno       2016

Pag.         226

Prezzo     € 21,00

Questo libro ricostruisce la vicenda storica della democrazia repubblicana, che si caratterizza fin dalle origini per una forte impronta sociale e diviene poi, negli anni del suo consolidamento, una democrazia distributiva.

Attenzione: distributiva, non redistributiva. Lo Stato sociale, che certo persegue finalità inclusive, non è infatti il risultato di un’operazione di redistribuzione ma il frutto di un indebitamento. L’entità del dissesto finanziario, che si sviluppa nel corso degli anni Sessanta e Settanta come conseguenza del deficit spending, si rivela in tutta la sua gravità in coincidenza con la caduta del muro di Berlino, quando esplode la rivolta antipolitica guidata dalla Lega nord. La Lega fa da apripista a Berlusconi, che trionfa alle elezioni del 1994 anche perché promette un «nuovo miracolo italiano». I primi passi della democrazia maggioritaria sono incerti, ma lo Stato sociale continua a essere il centro gravitazionale del sistema politico. Il governo dell’Ulivo cade nel 1998 perché Prodi, secondo la sinistra radicale, non aveva fatto abbastanza per salvaguardare il Welfare. Un Welfare che Berlusconi si impegna a riformare nel 2001, dopo aver vinto di nuovo le elezioni, per costruire un’Italia «più operosa e più solidale». «Difendere i più deboli» è la parola d’ordine di Rifondazione comunista dopo la vittoria elettorale dell’Unione nel 2006.

Ma poiché il governo aveva scelto di «privilegiare» il risanamento rispetto alla riforma sociale, Rifondazione contribuì a farlo cadere nel 2008.

Loreto Di Nucci insegna Storia politica dell’età contemporanea e Storia del sistema politico italiano al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Perugia. Con il Mulino ha pubblicato «Fascismo e spazio urbano» (1992), «Lo Stato-partito del fascismo» (2009) e ha curato con Ernesto Galli della Loggia «Due nazioni» (2003).

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