• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
  • Redazione
  • Contatti
  • Photogallery
  • Link
  • Privacy Policy

Risorgimento Firenze

Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.

  • Home
  • Focus
  • Tribuna
  • I luoghi
  • Mostre
  • Rassegna stampa
  • Pubblicazioni
  • Editoriale

IL PROCESSO AL SUD: L’ACCUSA E LA DIFESA

21/01/2016 da Comitato Fiorentino per il Risorgimento

Lettere a Sergio Romano   Corriere della Sera 10 gennaio 2016

Quanto riportato nella sua risposta a Giuseppe Vozza (Corriere, 3 gennaio) sulla guerra al brigantaggio è in una certa misura condivisibile. Non si possono tuttavia ignorare altri aspetti che comunque contrassegnarono i primi anni del nuovo regno e riguardarono principalmente i soldati borbonici trasferiti al Nord dal settembre 1860 in poi. Nel libro di A. Barbero I prigionieri dei Savoia sono documentate alcune espressioni usate da La Marmora: «Il vecchio soldato napolitano era una canaglia da cui era impossibile trarre partito; che corromperebbe i nostri soldati se si mettesse in mezzo a loro»; da Cavour: «Non ammorbiamo il nostro Esercito con quella peste. Rimandiamo a casa quell’accozzaglia di gente piena di vizi fisici e morali»; da Minghetti: «Il sentimento di italianità è raro e frivolo nel Mezzogiorno d’Italia. I soldati che vennero prigionieri a Genova: immondi del corpo quanto corrotti dell’animo»; dal Principe di Carignano: «I coscritti napoletani andavano allontanati da casa per cambiare la loro tendenza alla pigrizia, indisciplina e immoralità». Non ci si meraviglia poi se i governi dei primi decenni dopo l’Unità d’Italia, nell’opera di ammodernamento infrastrutturale del Paese, si preoccuparono di aprire quattro importanti trafori alpini e potenziare la rete ferroviaria nelle regioni settentrionali, ma, parafrasando lo studioso francese Marc Monnier, negligentemente non si davano cura delle montagne (rifugio dei briganti), né vi aprivano gallerie, né vi tagliavano strade, pur essendoci interi distretti non ancora percorsi neppure da una carrozza.

Gaetano Perillo

Tra le parole che meritano di essere ricordate vi sono anche quelle di Cavour sul letto di morte. Dopo aver ricevuto la visita del re, disse «L’Italia del Nord è fatta, non ci sono più né lombardi, né piemontesi, né toscani, né romagnoli; siamo tutti italiani; ma ci sono ancora i napoletani. Oh, c’è molta corruzione nel loro Paese. Non è colpa loro, poveretti, sono stati così mal governati. È colpa di quel furfante di Ferdinando. No, no, un governo così corruttore non può essere restaurato, la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il Paese, educare l’infanzia e la gioventù, creare asili, collegi militari; ma non è certo ingiuriando i napoletani che riusciremo a cambiarli. Mi chiedono impieghi, decorazioni, carriera; bisogna che lavorino, che siano onesti; e allora gli darò decorazioni e carriera; ma soprattutto niente elargizioni, l’impiegato non deve neppure essere sospettato. E niente stati d’assedio (…) tutti sanno governare con gli stati d’assedio. Lì governerò con la libertà e mostrerò ciò che dieci anni di libertà possono fare di queste belle regioni. Fra vent’anni saranno le province più ricche d’Italia. No, basta con gli stati d’assedio, vi raccomando». Il giudizio sulle malefatte del governo borbonico non era soltanto quello della classe dirigente risorgimentale. Poco più di dieci anni prima, un uomo politico britannico, William Gladstone, aveva visitato Napoli, si era interessato al caso di un funzionario italiano dell’ambasciata di Gran Bretagna, incarcerato per le sue opinioni politiche, e aveva ottenuto il permesso di visitare le prigioni della città. Il risultato di quella visita furono due lettere indirizzate al ministro degli Esteri del Regno Unito e un pamphlet in cui Gladstone fece una devastante descrizione della giustizia borbonica e delle inumane condizioni riservate ai detenuti. Vi fu una risposta ufficiale del governo napoletano e una replica di Gladstone in cui l’uomo politico disse che il regime borbonico era «la negazione di Dio eretta a sistema governativo». Quanto agli investimenti per la costruzione di infrastrutture dopo l’Unità, caro Perillo, è certamente vero che furono indirizzati verso quelle regioni dove potevano dare buoni risultati in tempi relativamente brevi. Ma lei ha dimenticato la Cassa del Mezzogiorno da cui il Sud avrebbe potuto e dovuto trarre maggiori vantaggi di quanto sia effettivamente accaduto.

Sergio Romano

Correlati

Archiviato in:Rassegna stampa

Segui il Comitato su Facebook

Segui il Comitato su Facebook

Barra laterale primaria

il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
è associato al Coordinamento nazionale Associazioni Risorgimentali FERRUCCIO

L’editoriale del direttore

17 MARZO. CELEBRAZIONE DELL’UNITÀ D’ITALIA, DELLA LIBERTÀ E DEMOCRAZIA

Video

Ubaldino Peruzzi Sindaco, il video integrale del Convegno

Prossimi appuntamenti

Le celebrazioni del 17 MARZO nel corso della storia dell’Italia dal 1911 al 2011

10/03/2023

Lettere al Direttore

La coscienza ecologica tra passato e presente

07/12/2022

Focus

STORIA DI RAMELLI E DANTE DI NANNI

25/03/2023

Tribuna

Il PASSATORE, mito della Romagna

26/12/2022

Luoghi

LA FORTEZZA DEL RISORGIMENTO A BRESCIA

23/01/2023

Mostre

L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968

15/03/2023

Rassegna stampa

ORDIRE LA TELA DEL NOSTRO RISCATTO

27/03/2023

Pubblicazioni

NAZIONE POP

17/03/2023

RisorgimentoFirenze.it nella tua mail

E' possibile ricevere un messaggio e-mail ad ogni nuova pubblicazione sul nostro sito.
Basta inserire il proprio indirizzo di posta elettronica nella casella sottostante. Il servizio è gratuito e può essere interrotto in ogni momento.

Unisciti a 89 altri iscritti

Footer

Archivio articoli

Archivio rubriche

Area amministrativa

  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org

Blogroll

  • Arte del Poggio
  • Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali
  • PensaLibero.it, quotidiano on line dei laici e dei liberali della Toscana.
  • Risorgimento Toscana
  • Sito ufficiale delle celebrazioni per il 150° anniversario

Direttore Sergio Casprini | Responsabile della Comunicazione Irene Foraboschi | Webmaster Claudio Tirinnanzi